Una decisione importante che molti Stati dovrebbero mettere in pratica: arriva il divieto per gli smartphone a scuola.
A partire dall’agosto 2025, le scuole di un Paese europeo cambieranno marcia: niente più cellulari durante le lezioni. O meglio, niente più uso libero e incontrollato.
Gli smartphone potranno essere utilizzati soltanto se autorizzati dall’insegnante, e solo per motivi didattici o legati alla salute. In tutti gli altri casi, i docenti avranno la possibilità di sequestrare il telefono. Un cambiamento radicale, pensato per proteggere l’attenzione e il benessere degli studenti, sempre più schiacciati da distrazioni e notifiche.
Il Paese che ha compiuto il primo passo nella regolarizzazione dell’uso degli smartphone a scuola
Non è una decisione presa sull’onda dell’emotività o delle mode del momento, ma di una necessità che un paese europeo ha deciso di affrontare.
In Finlandia, quando si parla di scuola, tutto è ragionato. Parliamo di un Paese che da anni è un riferimento mondiale per la qualità del sistema educativo, basato su fiducia, autonomia, empatia e risultati reali.
Se proprio da lì arriva una decisione del genere, significa che il problema è serio e che le conseguenze dell’abuso di smartphone tra i banchi non si possono più ignorare.
Chi va a scuola oggi vive in simbiosi con il proprio telefono. È il mezzo per restare connessi con gli amici, scambiarsi informazioni, magari anche cercare una risposta veloce prima dell’interrogazione. Ma la verità è che basta la sola presenza di uno smartphone, anche se spento o in tasca, per ridurre la capacità di concentrazione.
Ci sono diversi studi che confermano che l’uso eccessivo del cellulare in classe è stato associato a un peggioramento nei risultati scolastici.
La scuola però non è solo un luogo di voti e verifiche. È anche dove si impara a gestire le emozioni, le relazioni, la fatica di concentrarsi su un compito per più di cinque minuti senza dover controllare le notifiche. In Finlandia, come anche in Italia e in tanti altri Paesi europei, cresce la consapevolezza che non possiamo lasciare che la tecnologia invada ogni spazio, soprattutto quelli dedicati all’apprendimento.
Smartphone a scuola: non si tratta di un divieto ma di insegnare un uso consapevole e responsabile
Quello che si vuole fare non è un divieto “contro” gli smartphone, ma un passo “verso” un uso più consapevole. La tecnologia non è un nemico, anzi. Ma va gestita. E la scuola può essere proprio il luogo dove insegnarlo.
La Finlandia, insomma, non è sola in questo. Francia, Irlanda, Grecia, Olanda e la stessa Italia hanno già adottato misure simili, in forma più o meno rigida. In alcuni casi sono stati forniti astucci speciali per bloccare i cellulari durante le ore scolastiche, in altri il divieto riguarda solo le scuole elementari. Ma la direzione è sempre la stessa: restituire ai ragazzi uno spazio libero, in cui l’attenzione possa essere migliorata e la mente possa concentrarsi meglio.
Resta da capire come verrà applicata concretamente questa nuova regola, e quanto sarà accettata da studenti, famiglie e insegnanti. Ma un punto fermo è stato messo: oggi l’attenzione è un bene fragile, e proteggerla è una priorità. Se la scuola non lo fa, chi dovrebbe farlo?