Operazioni che diremmo banali per l’orecchio e il cervello umani non sono così banali per il calcolatore. Ad esempio ascoltare la musica, e in particolare riconoscere un brano musicale. Il Music Information Retrieval è un’area dell’informatica che si occupa di studiare metodi e strumenti per l’elaborazione della musica da parte di un calcolatore.
Il riconoscimento di un brano musicale assomiglia un po’ al riconoscimento delle impronte digitali, perché un brano è costituito da una serie di elementi riconoscitivi unici. Per questo nel campo del Music Information Retrieval (MIR) si parla anche di “fingerprinting”. Questa caratteristica è utilizzata dal più famoso servizio di riconoscimenti automatico di brani musicali, Shazam.
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Le cose si complicano quando invece di chiederci se il brano musicale A sia uguale al brano B (se per esempio ne abbiamo due copie nel nostro archivio), ci chiediamo se il brano A sia la cover del brano B. In questo caso molti parametri dello spettro sonoro saranno diversi, perché forse l’organico sarà diverso, e talvolta persino la struttura e la durata del brano. In questo caso la performance del calcolatore è peggiore, ed esso necessità in realtà dell’implementazione di algoritmi diversi per operare questo tipo di riconoscimento.
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Nicola Orio è professore associato di Sistemi informatici al Dipartimento dei beni culturali dell’Università di Padova. Il suo principale argomento di ricerca riguarda la valorizzazione del patrimonio culturale attraverso strumenti informatici innovativi. Ha lavorato allo sviluppo di motori di ricerca per l’identificazione e il reperimento della musica, a piattaforme per la mappatura del legame tra cinema e territorio, a sistemi per la fruizione del patrimonio archeologico. Progetta applicazioni per la fruizione museale basate su tecniche di gamification, ovvero l’applicazione di meccaniche e dinamiche dei giochi all’interno di contesti culturali.
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