La start-up Privateer, di proprietĂ di Steve Wozniak, esordisce ufficialmente con Wayfinder, unâapp il cui obiettivo è quello di monitorare gli oggetti spaziali che orbitano intorno alla Terra
Non è un mistero che il co-fondatore di Apple, Steve Wozniak, stia guardando con interesse allo spazio. E non per mero opportunismo legato al business, ma per dare un contributo importante a un tema delicato e forse anche sottaciuto: la quantitĂ di detriti spaziali e di costellazioni dei satelliti nellâorbita bassa terrestre.
Sotto questa spinta propositiva, lâinformatico nato negli Stati Uniti ma dalle origini ucraine e polacche ha infatti annunciato un nuovo progetto che coinvolge in qualitĂ di frontman la sua start-up Privateer. Lâobiettivo è espresso nel sito ufficiale: âle nostre vite dipendono da ciò che câè nello spazioâ. Come dire, impariamo a non sottovalutare un tema che invece riguarda tutti noi, prima che sia troppo tardi. Lo aveva espresso dâaltronde anche la stessa Agenzia Spaziale Europea (ESA): âsarĂ difficile operare nello spazio in sicurezza se si continua in questo modo, complice lâelevato numero di oggetti in orbitaâ
In effetti, il progetto ha una matrice ben definita: sensibilizzare lâopinione pubblica. E come se non attraverso una rappresentazione visiva che permetta di toccare con mano, al di lĂ di quelli che sono i meri e âfreddiâ dati numerici, sul problema legato allâenorme quantitĂ di detriti e di satelliti che si affastellano nello spazio? Tutto merito di unâapp di tracciamento spaziale denominata Wayfinder, annunciata lo scorso settembre e finalmente pronta a mostrarsi al pubblico.
BasterĂ entrare in questa pagina e trovarsi immersi in una visione âpesanteâ che esprime lucidamente lo stato dellâarte. Lâutente avrĂ la possibilitĂ di interagire in modo fine con la rappresentazione medesima, potendo filtrare i dati e imparare anche a prendere confidenza con lâargomento e avere un quadro migliore su cosa sta accadendo lassĂš. Ragguardevole in tal senso il lavoro condotto da Privateer, il cui database poggia sui dati provenienti da quattro fonti (segnatamente, US Space Command, Planet Labs, JSC Vimpel e SeeSat-L), ma con la prospettiva futura di crescere, grazie allâutilizzo di ulteriori soluzioni provenienti tanto dai patner della start-up quanto a quelle realizzate internamente. Ă importante precisare che lâAPI di Privateer sarĂ presto condivisa con tutti gli sviluppatori di applicazioni spaziali
Privateer snocciola anche qualche numero di accompagnamento, tanto per andare sul concreto. Il problema dellâaffollamento dellâorbita terrestre bassa, aggravato dalla presenza di satelliti (attivi e inattivi) e detriti, si può esprimere nei seguenti dati: oltre 27.000 oggetti di fattura terrestre orbitano intorno al Pianeta e hanno dimensioni maggiori di una pallina da softball; sfiorano i 100 milioni, invece, il numero di rifiuti spaziali aventi dimensioni superiori al millimetro.
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