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Privacy, Apple o Android? I dati degli utenti sono ancora a rischio

Published by
Lidia Sonsini

L’App Tracking Transparency garantisce la privacy degli utenti? Una ricerca suggerisce di no: Apple continua a tracciare i dati anche senza il consenso, ma Android non è da meno.

(Unsplash)

Apple ha di recente fatto degli sforzi importanti per aumentare la sicurezza e la tutela della privacy dei propri utenti implementando un nuovo sistema per limitare le app che utilizzano il tracciamento delle attività online. A partire da iOS 14.5 è disponibile la funzione App Tracking Transparency che obbliga le app e i siti web ad ottenere dall’utente un’autorizzazione preventiva ed esplicita per evitare che i dati finiscano, all’insaputa degli utenti, rivenduti per scopi pubblicitari.

Secondo alcuni ricercatori di sicurezza i risultati concreti ottenuti sono, però, tutt’altro che soddisfacenti. È emerso che indipendentemente dall’attivazione o meno dell’antitracciamento, le differenze nella raccolta dati sono minime se non addirittura inesistenti. I test manuali e l’utilizzo dell’app open source Lockdown Privacy hanno messo in evidenza che c’è pochissima differenza nel numero dei tracker attivi per coloro che negano il consenso al tracciamento e coloro che lo negano.
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Tracking library rintracciate su Android e iOS nonostante il negato consenso degli utenti

(Unsplash)

A detta dei ricercatori, la nuova funzione che dovrebbe garantire l’interruzione dell’invio dei dati personali e i dei dettagli relativi al dispositivo nel caso di autorizzazione negata, in realtà non interrompe il monitoraggio. La stessa tesi è sostenuta anche da un precedente studio dell’Università di Oxford secondo il quale non sono stati trovati sostanziali differenze nelle quantità dei dati raccolti dalle aziende tra Android e iOS, smontando il luogo comune secondo cui quest’ultimo sistema operativo sarebbe più sicuro in quanto a privacy. Per la ricerca, condotta su su circa 12.000 diverse app, sono stati usati iPhone SE e Google Nexus 5. Le tracking library sono state trovate sul 79% delle app iOS e 89% delle app Android.

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Bisogna dire però che la ricerca è stata condotta su iOS 14.2, antecedente alla versione del sistema operativo 14.5 e all’App tracking Transparency, quindi potrebbe essere obsoleta. Un portavoce di Apple ha già fatto sapere che, nel caso in cui uno sviluppatore non stesse rispettando la scelta dell’utente, l’azienda lavorerà per risolvere il problema oppure provvederà a rimuoverlo dall’App Store. Sta di fatto che il monitoraggio costante da parte di Apple di tutte le app presenti nello store richiederebbe un’enorme quantità di lavoro e l’utente potrebbe avere la convinzione di aver protetto i propri dati, avendo una falsa sicurezza, che stando alle ricerche condotte, non corrisponde alla realtà.

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Lidia Sonsini

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