Poste Italiane potrebbe presto far diventare a pagamento uno dei servizi gratuiti più utilizzati e apprezzati degli ultimi anni: il perché della decisione e quanto verrebbe a costare.
L’espansione commerciale e mediatica di Poste Italiane negli ultimi anni è stata davvero impressionante. Da quando l’azienda è diventata in parte privata ha cominciato un processo di modernizzazione e diversificazione dei servizi che le ha permesso di diventare un punto di riferimento per gli italiani non solo per le spedizioni (continua ad essere centrale in questo servizio) ma anche per la gestione dei risparmi e dei servizi online.

Una delle mosse più vincenti di Poste negli ultimi anni è stata PostePay, carta di debito che per prima in Italia ha concesso la possibilità di canalizzare lo stipendio tramite iban senza costi gestione mensili. Anticipando i tempi, inoltre, Postepay permetteva agli utenti di effettuare pagamenti anche online, sfruttando l’accordo con MasterCard.
Un’altra mossa vincente, questa più a livello di immagine che di profitti, è stata quella di fornire lo Spid gratuitamente. Tale servizio, sebbene fosse inizialmente pagato dallo Stato, adesso è diventato a pagamento. Il problema è stato principalmente di fondi, il governo ha deciso infatti di non rinnovare il contratto di finanziamento delle aziende private che forniscono lo Spid, al fine di creare un sistema di certificazione online collegato alla CIE (carta d’identità elettronica).
La conseguenza è che quasi tutti i provider che offrono lo Spid hanno già deciso di farlo pagare con un canone annuo, Poste Italiane invece ha mantenuto la gratuità, ma presto potrebbe seguire l’onda degli altri provider e fare diventare il servizio a pagamento.
Lo Spid di Poste Italiane diventa a pagamento?
Sappiamo che ad inizio 2026 lo Spid verrà gradualmente sostituito dalla CIE, il che significa che nel giro di qualche anno di fatto lo Spid non sarà più utile allo scopo per cui lo abbiamo sempre utilizzato. La decisione di Carta d’Identità Elettronica l’unico strumento per l’accesso alle informazioni personali contenute nei siti della Pubblica Amministrazione non è solo motivata da un fattore economico, ma anche da uno di sicurezza dei dati trattati.

Data la decisione del governo la mossa di rendere lo SPID a pagamento potrebbe essere vano. Attualmente Poste Italiane gestisce il 70% (20 milioni di utenti) degli Spid in Italia e se decidesse di applicare un canone annuo di soli 5 euro otterrebbe un profitto di 100 milioni di euro. Tuttavia data la spinta del governo verso la graduale esclusione dello SPID chi manterrebbe quello di Poste se può utilizzare la CIE gratuitamente?
Il grande numero di utenti che utilizzano Poste ID è infatti strettamente collegato al fatto che questo servizio è rimasto gratuito, in caso di passaggio al modello a pagamento il numero di utenti potrebbe crollare drasticamente, anche perché si andrebbe a pagare qualcosa che si sa già che in un futuro prossimo non sarà più utile.