Per i nuovi Google Pixel 10 la società del robottino ha deciso di provare qualcosa di nuovo nella zona della batteria. Un sistema diverso dalla concorrenza.
I nuovi smartphone Google Pixel 10 faranno molto parlare i fan per una caratteristica che sembra allo stesso tempo un enorme passo avanti e una sorta di ritorno al passato. Tutto ruota intorno alla batteria, un elemento che è sempre piuttosto delicato da gestire. Ma la società del robottino verde ha qualcosa in mente.
Il cambiamento non è ancora una vera e propria rivoluzione ma di certo è un passo verso una concezione nuova e diversa degli smartphone. Vediamo allora quello che succede all’interno dei nuovi device proposti da Google.
C’è qualcosa che ora, negli smartphone e nei tablet, non si può fare con la stessa facilità con cui la stessa cosa si poteva fare con i vecchi telefonini delle generazioni con cui abbiamo cominciato a prendere la mano con la telefonia portatile. La batteria è infatti lentamente diventata un componente interno inserito in un sistema sempre più complesso.
Complesso al punto tale che non è possibile cambiare niente se non si è esperti. Ma anche a causa di nuove regole che impongono cambiamenti e costringono i produttori di smartphone a far sì che i loro device non siano usa e getta, qualcosa sta cominciando a modificarsi nel modo in cui gli smartphone sono progettati e costruiti. Vedremo qualcosa nei prossimi Oppo?
Una caratteristica dei nuovi Pixel 10 è che il device può essere disassemblato e navigato con più logica rispetto alla concorrenza e rispetto anche alle generazioni passate dei Google Pixel.
Il portale specializzato in riparazione iFixit ha esaminato da vicino il modo in cui il nuovo smartphone può essere smontato e quindi le componenti interne sostituite.
E anche se il sistema con cui la batteria del Pixel 10 si sgancia dalla scocca e può essere sostituita senza dover andare a toccare tutti gli altri componenti interni non ha entusiasmato particolarmente, infatti il punteggio del grado di riparabilità del Pixel 10 dato dal portale è appena 6 su 10, è comunque qualcosa che dobbiamo riconoscere alla società: cominciare ad avere dei design che possono in qualche modo essere navigati e riparati anziché dover essere distrutti alla prima défaillance è un passo nella direzione giusta.
Anche perché, per quanto società come Google e Apple vorrebbero che continuassimo ad acquistare con costanza nuovi smartphone, non è oggettivamente possibile cambiare il proprio telefono con la frequenza con cui le società vorrebbero si muovessimo e, di nuovo, c’è anche da ricordare che organi internazionali come l’Unione Europea stanno invece cominciando a mettere in piedi impalcature normative che obblighino i produttori a mettere i cittadini e i consumatori quindi nelle condizioni di non creare inutili rifiuti tecnologici e di poter avere invece device più affidabili e che possono essere riparati anziché dover essere buttati.
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