Pensione, nuove aumenti ed arretrati: ecco perché l’INPS ti deve dei soldi

L’INPS deve tanti soldi a diversi pensionati fra aumenti ed arretrati: ecco perché e a chi spettano. 

Molti pensionati ricorderanno che a gennaio l’aumento delle pensioni è stato minimo e questo era bastato per scatenare polemiche da sindacati e opposizioni contro il governo.

Calcolatrice con scritto Pension, documenti, penna
Pensione, nuove aumenti ed arretrati: ecco perché l’INPS ti deve dei soldi – cellulari.it

La differenza rispetto al 2024 negli aumenti era infatti stata minima. Questo era dovuto ai dati Istat legati al tasso di inflazione e poi anche all’aumento del costo della vita. Però, quell’aumento di gennaio è stato provvisorio come era provvisorio il tasso di inflazione. Ed è questo che cambia tutto, ed ecco perché tanti pensionati riceveranno presto dei soldi in più fra aumenti ed arretrati. 

I pensionati che riceveranno dei soldi dall’INPS fra aumenti ed arretrati

A gennaio le pensioni sono aumentate dello 0,8%. Il metodo adottato è stato quello del 100% di rivalutazione sui trattamenti fino a circa 2.400 euro lordi al mese (4 volte il trattamento minimo). 

Due pensionati guardano cellulare, sul tavolo salvadanaio a forma di maiale
I pensionati che riceveranno dei soldi dall’INPS fra aumenti ed arretrati – cellulari.it

Per le pensioni fino a 5 volte, il minimo aumento è stato pari al 90% del tasso di inflazione. Ed infine per le pensioni sopra 5 volte il minimo, l’aumento è stato del 75% sempre del tasso di inflazione. Mancavano però ancora i dati dell’ultimo trimestre dell’anno e quindi l’aumento era solo provvisorio. A gennaio 2024 invece le pensioni salirono del 5,4% come tasso di inflazione provvisorio, che poi si scoprì essere anche il definitivo.

Ora, però, il tasso di inflazione da provvisorio passerà a definitivo avendo anche i dati dell’ultimo trimestre. E pare che dallo 0,8% si salirà così all’1%. Quindi, con la rivalutazione delle pensioni o perequazione automatica si adeguano gli importi degli assegni pensionistici all’inflazione. Questo adeguamento si basa sugli indici ISTAT, che monitorano l’andamento dei prezzi e dell’inflazione.

In questo modo si tutela il potere d’acquisto dei pensionati evitando che questo venga eroso dall’aumento del costo della vita. Quando il costo della vita aumenta, anche le pensioni devono essere adeguate affinché i pensionati possano continuare a sostenere le proprie spese quotidiane.

Il calcolo dell’indice di rivalutazione viene fatto a fine anno basandosi un indice tendenziale  provvisorio e riconfermato l’anno successivo quando viene registrato il dato statistico definitivo, sulla base del quale INPS effettua eventualmente i conguagli degli assegni già erogati. Così, i pensionati stanno maturando cifre arretrate che a dicembre del 2025 o a gennaio del 2026 potrebbero generare degli aumenti in più per tutti i mesi del 2025 in cui è stato adottato un tasso di rivalutazione “non corretto” (solo lo 0,8% invece dell’1%).

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