Si, Papa Francesco aveva uno smartphone ed anche almeno un tablet ed un computer. Ora che ne sarà di questi strumenti di comunicazione che lui utilizzava spesso?
Papa Francesco è morto il giorno dopo Pasqua, ed ora che sono trascorsi i necessari tempi tecnici che hanno compreso cinque giorni di lutto nazionale con anche lo svolgimento dei funerali, si passa al conclave. L’elezione del nuovo pontefice ha richiesto alcuni giorni di preparazione, tra l’allestimento degli alloggi di Santa Marta in Vaticano e la preparazione di tutto ciò che serve nella Cappella Sistina per potere procedere con la necessaria votazione.
Giusto da qualche giorno è stato installato il comignolo sul tetto, dal quale fuoriusciranno le tradizionali fumate. Il fumo nero indica una sessione che si è chiusa con un nulla di fatto; il fumo bianco vuol dire che “habemus Papam”. E nel frattempo tutti i 133 vescovi che hanno i criteri richiesti per potere fare da elettori hanno già raggiunto il Vaticano.
Ci sono stati qualche rinuncia ed un caso controverso di un alto prelato che non si è capito bene quando sia nato, avendo di recente modificato la propria data di nascita in maniera tale da risultare con meno di 80 anni e di poter così votare.
Ad ogni modo, ogni ostacolo verrà superato e tra pochi giorni avremo il successore di Papa Francesco e dell’apostolo Pietro. Di Jorge Mario Bergoglio ricorderemo il sorriso, l’umiltà, il buonumore anche quando era evidente che risultava malato, dalla fatica che ne contraddistingueva le apparizioni in pubblico. Ed anche il legame con la tecnologia.
Nessun pontefice, prima di Papa Francesco, ha fatto uso dei media e dello smartphone in particolare. Lui è stato il primo vicario di Dio in Terra a possedere un telefonino. Ed ora si apre un quesito che è destinato a fare da precedente.
Ovvero dove finirà lo smartphone di Papa Francesco? E che ne sarà dei dati in esso contenuti? Si parla anche di qualche tablet e computer, e tutti quanti questi dispositivi si trovano ora sotto la rigida custodia della Segreteria di Stato del Vaticano.
Si pensa che possa toccare al nuovo papa il dovere scegliere che fare. E con tutta probabilità, quei devices tecnologici verranno sigillati e messi da parte, e chissà se e quando verranno mai aperti. Sarebbe meglio invece che i dispositivi tecnologici che non risultano essere più in uso vengano ricaricati ed accesi almeno una volta ogni sei mesi. Questa mossa contribuisce a fare in modo che la batteria che alimenta tali dispositivi rimanga sempre su livelli di efficacia buoni o quanto meno accettabili.
Il prossimo papa però potrebbe anche prendere in considerazione la possibilità di distruggere questi oggetti elettronici, e di cancellare eventuali chat ed altri contenuti immagazzinati nella memoria di essi o nel cloud. Ed ovviamente nel conclave non sono ammessi telefonini ed altri strumenti per comunicare all’esterno in alcun modo.
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