Stando a quanto denunciato dall’Università di Washington, Amazon avrebbe messo in vendita i dati raccolti tramite l’assistente vocale Alexa
L’assistente vocale maggiormente utilizzato al mondo è senza dubbio Alexa di Amazon. Milioni di utenti in tutto il mondo dispongono di un dispositivo Echo, disponibile in diverse modalità e che permette di accedere ad una miriade di funzionalità. Il tutto semplicemente utilizzando la propria voce per impartire i comandi.
Non è però tutto oro quel che luccica, a quanto pare. Stando a quanto rivelato dall’Università di Washington, infatti, Amazon avrebbe messo in vendita i dati raccolti dall’assistente virtuale. Una mossa che andrebbe a violare le sue stesse policy sulla privacy. E ora non si placano le polemiche.
Si chiama “Your Echos are Heard: Tracking, Profiling, and Ad Targeting in the Amazon Smart Speaker Ecosystem” l’ultimo studio condotto dall’Università di Washington – in collaborazione con altri atenei – che si concentra sulle mosse poco ortodosse di Amazon. Stando a quanto si legge, tutti i dati raccolti dagli smart speaker verrebbero poi venduti ad oltre 40 partner pubblicitari. L’obiettivo è quello di comprendere meglio i bisogni e gli interessi degli utenti, così da poter servire pubblicità mirate e pensate ad hoc per il target.
Si tratta di informazioni preziosissime, per le quali gli acquirenti sarebbero disposti a spendere anche 30 volte di più rispetto la normale. Amazon ha tenuto a rispondere alle accuse tramite The Verge, specificando che i dati vocali delle interazioni con l’assistente vocale vengano utilizzati per annunci, ma solo quelli mostrati su Amazon. “Molte delle conclusioni della ricerca sono basate su inferenze imprecise o speculazioni da parte degli autori, e non riflettono accuratamente il funzionamento di Alexa. Non facciamo affati vendendo le informazioni personali dei nostri clienti e non condividiamo le richieste id Alexa con i network pubblicitari” ha spiegato la portavoce del colosso di e-commerce Lauren Raemhild.
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