Cercare determinate parole su Google per curiosità o necessità può costare caro a tutti gli internauti: quali sono i termini da evitare e quali rischi si corrono nel farlo.
Non bisogna vivere con la paranoia che i nostri risparmi possano essere rubati in qualsiasi momento della giornata o mentre facciamo qualsiasi attività sul web, tuttavia è opportuno essere informati su quelle che sono le truffe e i pericoli che si annidano su internet per essere in grado di riconoscerli ed evitarli.

In questi anni tutti sono venuti a conoscenza dei tentativi di phishing, ovvero quelle mail o sms che arrivano su telefono e cercano di spingerci a cliccare su link che reindirizzano la navigazione su siti malevoli o peggio ancora installano in automatico dei malware sui nostri dispositivi dando accesso alle nostre informazioni agli hacker.
Per quanto complessi e ben strutturati, i tentativi di phishing sono ormai sempre meno efficaci per i malintenzionati, i quali stanno cercando di studiare nuove forme di “pesca a strascico” dalla quale trarre dati sensibili e di conseguenza anche guadagni tanto illeciti quanto facili. L’AI ad esempio è diventata una nuova frontiera da sfruttare e un possibile nuovo strumento pericoloso per gli utenti.
Di qualche giorno fa è infatti la notizia che alcuni hacker sono riusciti ad aggirare i sistemi di sicurezza Google per sfruttare Gemini e le funzionalità più avanzate dell’AI per fare eseguire in automatico dei comandi che gli diano accesso ai dispositivi utilizzati dagli utenti che sfruttano le funzionalità di workspace.
Le parole che non bisogna mai cercare su Google
I tentativi di frode non puntano esclusivamente sull’utilizzo di nuove tecnologie, anzi nella maggior parte dei casi si concentrano su quella già ben diffusa e utilizzata, quella che è talmente familiare da far sì che l’utente medio possa abbassare le difese e sentirsi al sicuro. Di recente gli esperti di sicurezza di Sophos hanno lanciato un allarme che riguarda dei termini ricercati su Google.

Pare infatti che i truffatori siano riusciti a sfruttare l’algoritmo di ricerca di Google per far sì che i loro siti malevoli risultino i primi risultati di ricerca e dunque vengano visti come affidabili dalle persone che cercano informazioni su dati argomenti. Il problema è che una volta cliccato su questi siti, i nostri dati sensibili vengono immediatamente condivisi con gli hacker, i quali li possono utilizzare per rubare i nostri risparmi.
Le parole chiave individuate da Sophos sono “Gatti del Bengala” o “I gatti del Bengala sono legali in Australia?”, ma pare che anche semplicemente scrivere “Australia” “Legali”, “Bengala” o “Gatti” possa portare ad esiti di ricerca pericolosi. Se siete interessati all’argomento, dunque, meglio fare attenzione a quale sito scegliete di utilizzare per informarvi, potrebbe costare molto caro.