Netflix punta tutto sull’intelligenza artificiale: addio serie come le conosciamo?

Netflix ha dichiarato pubblicamente di aver usato l’intelligenza artificiale in uno dei suoi progetti di punta e non si nasconde. Ma cosa cambierà per le produzioni e soprattutto per gli utenti?

Mentre online il numero degli artisti di qualunque tipologia continua a scagliarsi con forza contro coloro i quali pensano che ciò che produce l’intelligenza artificiale generativa possa essere paragonato all’esperienza artistica reale, e mentre proprio l’intelligenza artificiale generativa porta via contratti, lavoro e guadagno ad artisti veri, abbiamo la prima ammissione pubblica e senza troppi giri di parole da parte di uno dei colossi dell’intrattenimento che ha dichiarato di aver utilizzato l’intelligenza artificiale nella produzione di una sequenza di una delle serie più interessanti presenti nel suo palinsesto.

uomo sconsolato che guarda la tv con logo netflix
Netflix punta tutto sull’intelligenza artificiale: addio serie come le conosciamo? – cellulari.it

Netflix ha già legato il suo nome all’intelligenza artificiale quando ha dichiarato di stare sviluppando una tecnologia per cui gli spot pubblicitari verranno fusi con ciò che gli utenti stanno guardando, rendendoli in questo modo ineluttabili. Ma stavolta la scelta è diversa.

Netflix taglia i costi con l’intelligenza artificiale, ma a che prezzo?

Se avevate intenzione di guardare il primo adattamento sotto forma di serie TV di una delle opere di fantascienza più famose del mondo, L’Eternauta, ma siete contrari a che le produzioni sfruttino i tool di intelligenza artificiale generativa per motivi ambientali o etici, tenetevi alla larga dal progetto.

scena de l'eternauta
Netflix taglia i costi con l’intelligenza artificiale, ma a che prezzo? – cellulari.it

Questo perché in uno degli incontri più recenti con gli azionisti Netflix ha ammesso candidamente che una delle scene, fuori budget per come era stata immaginata, è stata creata con un tool di intelligenza artificiale generativa che, questo è il grande pregio a quanto pare, ha lavorato 10 volte più velocemente di quanto sarebbe potuto essere fatto con i metodi tradizionali e ha permesso di far rientrare quella scena nel budget.

Si tratta, quindi, di una scelta che, se lo chiedete a noi, sembra dettata dalla volontà di creare entro budget limitati una qualità superiore. Ma alla fine della fiera si tratta solo di tagliare i costi. Forse è meglio Amazon Prime?

Con Netflix, purtroppo, è ormai solo una questione di costi. E anche se è vero, e qualcuno online lo sottolinea, che le grandi produzioni come Shōgun continueranno ad essere realizzate e ad avere un budget sufficiente a far collassare anche un vero palazzo se necessario per la visione artistica, tante altre produzioni avranno invece come unico modo per lavorare restando nel budget che gli verrà assegnato l’utilizzo massiccio di intelligenza artificiale generativa con tutte le conseguenze del caso.

Perché è vero che probabilmente i tool diventeranno sempre più raffinati e che rischiamo magari di non riconoscere subito quando una scena verrà costruita con l’intelligenza artificiale anziché con l’intelligenza umana e l’esperienza degli artisti, ma quale sarebbe lo scopo dell’intrattenimento costruito in questo modo?

Perché dovremmo auto-infliggerci qualcosa che è sostanzialmente il risultato di una serie di 1 e 0 progettati per darci la parvenza di un ragionamento? E soprattutto, se Netflix non ha nessuna intenzione di pagare le maestranze a dovere, perché dovremmo continuare noi a pagare l’abbonamento solo per rimpinguare le tasche di chi si trova negli uffici centrali?

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