Per molti utenti Netflix potrebbe prospettarsi un rimborso. La situazione è spinosa e complessa ma c’è una logica dietro le richieste.
Con la piattaforma di streaming della grande N rossa ormai ci siamo abituati al fatto che periodicamente, e sempre per lo stesso motivo, il prezzo mensile dell’abbonamento cambia e aumenta. E sembra che non sia possibile fare nulla a riguardo.
Ma, a giudicare invece da qualcosa che si sta muovendo a livello di associazioni dei consumatori, qualcosa si può fare o quantomeno si può chiedere che la piattaforma sia più trasparente nel modo in cui prende queste decisioni e soprattutto nel modo in cui queste decisioni vengono poi fatte mandare giù dagli stessi utenti. Si rischia un precedente interessante nei rapporti tra Netflix e i suoi milioni di abbonati in tutto il mondo.
Gli utenti potrebbero richiedere un rimborso a Netflix
L’ultimo aumento di prezzo avvenuto in Europa è stato quest’anno ma in realtà tranne gli anni compresi tra il 2021 e il 2023 ci sono sempre stati piccoli aggiustamenti. Ogni volta si è trattato di un euro oppure di due euro ma a forza di aumenti ora gli abbonamenti hanno un costo piuttosto importante soprattutto perché stiamo parlando semplicemente di una piattaforma che offre film e serie TV senza neanche i plus di Amazon Prime. Agli aumenti poi si è unita anche la caccia alle password condivise.

Netflix è quindi passata dall’essere la piattaforma amica di tutti all’ennesimo colosso che, almeno questo è il punto di vista degli utenti, prende per la gola e spreme il portafoglio. Pagare poi per le serie fatte con l’IA…
Qualcuno però ha deciso di andare a guardare se le pratiche di aumento siano in linea con la normativa che protegge i consumatori. A muoversi l’ufficio per la competitività e la protezione dei consumatori della Polonia che senza mezzi termini ha accusato la società di aver aumentato i prezzi agli utenti polacchi senza richiederne l’esplicito consenso.
La mossa parte dal presupposto che l’aumento del prezzo sia una modifica unilaterale al contratto e come tale per entrare in vigore deve prima essere accettata attivamente dagli utenti.
La legge polacca infatti protegge i consumatori dalle clausole contrattuali importanti che vengono cambiate senza che ci sia stato un loro consenso. La richiesta sarebbe quella di multe pari al 10% del guadagno per ogni clausola e in più, potenzialmente, potrebbe essere richiesto a Netflix di restituire i soldi degli aumenti ai cittadini polacchi.
L’ente di protezione dei consumatori della Polonia ha già ottenuto una piccola vittoria in un caso simile quando sono aumentati i prezzi di Amazon Prime e di Amazon Prime Video, costringendo il colosso americano dell’e-commerce che sorride sempre a modificare termini e condizioni di servizio perché fossero in linea con la legislazione polacca.
E infatti in quel caso Amazon nella sua sede europea ha poi inviato un messaggio riguardo le modifiche contrattuali e sottolineando che non si sarebbero applicate ai cittadini polacchi. In questo caso occorrerà aspettare per vedere se il procedimento sarà favorevole all’associazione dei consumatori e quindi se Netflix in qualche modo dovrà fare marcia indietro negli aumenti o dare anche un rimborso agli utenti.