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Applicazioni

Netflix costerà di meno: ma c’è un caro prezzo da pagare, la pubblicità!

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Antonino Gallo

Qualcosa doveva pur fare per evitare che il 2022 venga ricordato come il peggiore da quando esiste Netflix. Con gli aumenti del prezzi negli Stati Uniti e in Canada ha fatto infuriare molti sui clienti, con il bilancio del nuovo anno, annunciato perdite record. Così il colosso californiano prova a rialzarsi dopo il grande botto.

Netflix – Adobe Stock

Netflix potrebbe introdurre la pubblicità sulla sua piattaforma, entro la fine dell’anno. Questa l’indiscrezione fatta uscire dal New York Times, che sta facendo il giro del mondo. Non tanto per una notizia che già da tempo era nell’aria, quanto più per le tempistiche, più rapide di quanto originariamente indicato.

I dirigenti di Netflix, sempre secondo il NYT, avrebbero affermato che miravano a introdurre gli spot nell’ultimo trimestre. Due persone avrebbero condiviso anche i dettagli della comunicazione, chiaramente in una condizione di anonimato, per descrivere le discussioni interne dell’azienda.

Via password per i multi-account. Netflix, come arginare la crisi

Netflix – Adobe Stock

Netflix starebbe anche pesando a reprimere la condivisione delle password tra la sua base di abbonati più o meno nello stesso periodo. La buona notizia è che l’abbonamento dovrebbe costare di meno, sempre se le indiscrezioni saranno confermate dall’ufficialità, ma il prezzo da pagare è la pubblicità. Una grande sconfitta visto che da Netflix si è sempre sbandierato ai quattro venti l’impossibilità di accettare gli spot pubblicitari sulla piattaforma in streaming.

Il problema è che Netflix sta affrontando sfide commerciali significative. Nell’annunciare i guadagni del primo trimestre del mese scorso, Netflix ha dichiarato di aver perso 200.000 abbonati nei primi tre mesi dell’anno, la prima volta in un decennio di onoratissima carriera. Dall’annuncio degli abbonati, il prezzo delle azioni di Netflix è diminuito drasticamente, spazzando via circa 70 miliardi di dollari di capitalizzazione.

Anche Reed Hastings, co-amministratore delegato di Netflix, avrebbe detto agli investitori che la società californiana starebbe esaminando la possibilità di introdurre una piattaforma supportata dalla pubblicità e che avrebbe cercato di “capirlo nel prossimo anno o due”. In tempi, invece, di sarebbero ristretto, a testimonianza del moment tutt’altro che magic.

Nella nota ai dipendenti, Netflix avrebbe invocato anche il nome dei suoi competitor, HBO e Hulu su tutti, che sono stati in grado di sopperire alla crisi, grazie al loro servizio supportato dalla pubblicità.

Netflix starebbe discutendo il suo interesse a costruire un’infrastruttura pubblicitaria anche esternamente, anche con una società chiamata The Trade Desk, che aiuta gli inserzionisti a pubblicare annunci su varie piattaforme abilitate a Internet.

Il Trade Desk ha in busta paga David Wells, l’ex chief financial officer di Netflix, come membro del consiglio ed è in contatto con Netflix da anni, soltanto che ultimamente gli incontri sarebbero aumentati. I tempi ormai sono pronti.

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Antonino Gallo

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