A tutti i dipendenti Microsoft viene fatto divieto di usare la IA di DeepSeek. Visto da lontano il divieto ha senso. Se lo si guarda da vicino ha molto più senso.
Uno dei nuovi fronti della guerra tra giganti del comparto della tecnologia generale è quello dell’intelligenza artificiale. Pare infatti che nel prossimo futuro non riusciremo a fare a meno di avere una sorta di assistente che ci tratti un po’ come se fossimo sempre leggermente tonti e bisognosi di aiuto.
E in alcune circostanze effettivamente l’intelligenza artificiale può risultare utile. Ammesso che si sappia quello che si vuole raggiungere e che quindi si sia comunque già esperti in materia.
Di certo è strano immaginare che questa guerra debba essere combattuta non solo sui nostri dispositivi, ma anche all’interno degli uffici da cui le intelligenze artificiali vengono lanciate nel mondo.
Microsoft, per esempio, ha deciso di vietare ufficialmente ai suoi dipendenti l’uso di DeepSeek. Il motivo dichiarato è una questione di sicurezza, dato che questa intelligenza artificiale ha sede con i suoi server in Cina. Ma forse c’è anche dell’altro.
In un intervento avvenuto qualche giorno fa davanti al Senato degli Stati Uniti, il vicepresidente Microsoft Brad Smith ha sottolineato come all’interno della società i dipendenti non hanno il permesso di utilizzare l’intelligenza artificiale cinese offerta da DeepSeek.
E nella spiegazione del motivo per cui questa intelligenza artificiale in particolare è stata vietata, viene tirato in ballo il motivo della sicurezza e il fatto che, dato che si tratta di una società che ha sede in Cina, per chi gestisce DeepSeek valgono le regole che valgono per tutte le altre società cinesi.
Trattandosi di una società cinese, infatti, deve dare all’intelligence cinese tutte le informazioni che dovessero essere richieste. Questo ovviamente mina la sicurezza di tutto quello che può essere prodotto o elaborato con l’ausilio di questa intelligenza artificiale.
In più alcuni argomenti non vengono trattati e l’intelligenza artificiale quindi è ovviamente affetta da bias e incastrata in alcune pastoie di censura. Ma forse c’è anche qualcosa di più oltre al fatto che non si tratta dell’intelligenza artificiale più sicura del pianeta.
DeepSeek è infatti diretta concorrente di tutte le altre intelligenze artificiali che stanno cercando di prendere posto nella nostra vita di tutti i giorni.
E tra queste intelligenze artificiali c’è chiaramente anche quella prodotta da Microsoft, ovvero Copilot. Se all’interno della stessa società che lavora su Copilot i dipendenti, anziché affidarsi al proprio chatbot e alla propria intelligenza artificiale, fanno utilizzo di servizi esterni, ci sarebbe un aumento degli utenti generali di quella intelligenza artificiale e, se venisse fuori, non sarebbe di certo una buona pubblicità per Copilot: se neanche quelli che ci lavorano vogliono averci a che fare, perché dovremmo noi utenti?
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