Microsoft sigla un accordo molto importante con le forze armate degli Stati Uniti. Il colosso informatico di Redmond creato da Bill Gates e Paul Allen ha annunciato, in una nota disgiunta con gli USA, la costruzione di visori per la realtà aumentata per tutte le forze armate, per una cifra stratosferica: 22 miliardi di dollari per il gigante del software nel prossimo decennio.
Microsoft ha affermato che i visori si baseranno sulla sua tecnologia HoloLens, originariamente sviluppata per i videogiochi. HoloLens 2 è il dispositivo di realtà mista più confortevole disponibile, con soluzioni leader del settore che offrono un’esperienza coinvolgente, il tutto potenziato dall’affidabilità, dalla sicurezza e dalla scalabilità dei servizi cloud e AI di Microsoft.
I visori servirebbero per ciò che i militari statunitensi chiamano “un sistema di aumento visivo integrato”, che proietta immagini e informazioni contestuali davanti agli occhi dell’utente, come rivela Forbes.
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L’esercito degli Stati Uniti si è affidato a Microsoft, affermando che la tecnologia potrebbe aiutare i soldati a migliorare la consapevolezza della situazione, il coinvolgimento degli obiettivi e le capacità decisionali “contro gli avversari attuali e futuri“.
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Sempre secondo Forbes il contratto potrebbe valere fino a 21,9 miliardi di dollari in dieci anni. L’accordo si baserebbe su un contratto da 480 milioni di dollari che l’esercito ha stipulato con Microsoft nel 2018, assicurando migliaia di prototipi per la tecnologia dei visori.
L’ultimo contratto sposterebbe il progetto in una fase di produzione, fornendo più di 120mila unità tecnologiche ai soldati della Close Combat Force.
Grazie a questo accordo le azioni di Microsoft volano: sono aumentate di circa l’1,7% a 235,77 dollari per azioni alla chiusura delle contrattazioni di ieri.
Non tutti, però, esultano per questo accordo. Le critiche riaffiorano. Già nel 2019, infatti, alcuni dipendenti Microsoft avevano lanciato l’allarme riguardo al fatto che la società di Redmond avesse accettato di “fornire tecnologia per le armi” agli Stati Uniti, chiedendo l’annullamento del contratto da 480 milioni di dollari con l’esercito.
“Non ci siamo iscritti per sviluppare armi e chiediamo voce in capitolo su come viene utilizzato il nostro lavoro” hanno scritto decine di dipendenti in una lettera all’azienda. Potrebbe accadere di nuovo.
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