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Meta, rimossi oltre 600 account: intere reti di fake news infestano i social media

Published by
Lidia Sonsini

Account, pagine e gruppi su Facebook, Instagram e WhatsApp rimossi in massa per diffusione di fake news: erano tutti riconducibili ad un unico individuo tramite reti globali

(Unsplash)

Grandi pulizie sulle piattaforme Meta, nuova denominazione della societĂ  di cui fanno parte Facebook, Instagram e WhatsApp: recentemente sono stati rimossi oltre 600 account, pagine e gruppi sui social che promuovevano informazioni false, notizie inverosimili e bufale. Gli account coinvolti facevano parte di diverse reti, di cui ognuna si concentrava sulle proprie tematiche.

Alcune di esse, aventi basi in Polonia e nella stessa Bielorussia, si focalizzavano sulla crisi dei migranti al confine con la Bielorussia, raggruppando finti account di giornalisti e attivisti europei che, tra altre varie attività, rivolgevano accuse, nella maggior parte dei casi non fondate, alle forze dell’ordine per i maltrattamenti inflitti ai migranti.

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Network di notizie false con sede in Bielorussia, striscia di Gaza e Cina ricondotti ad un unico account

(Adobe Stock)

Sui gruppi bielorussi pesano i sospetti collegamenti con il KGB locale, ma non è tutto: un’altra rete era di lingua araba, situata nella Striscia di Gaza, dedicata alla pubblicazione e diffusione di articoli, meme e fumetti sui politici di Israele e Palestina e sulla situazione politica della zona, manifestando sostegno per Hamas. Era anche la rete più grande tra quelle rimosse da Meta, ed includeva 141 account, 79 pagine, 13 gruppi e 21 account Instagram.

Un’altra rete di fake news ancora era invece gestita dalla Cina, e promuoveva le affermazioni di un falso biologo svizzero relative ad una presunta ricerca sulle origini del Covid-19, nel corso della quale sarebbero emerse informazioni sulla colpevolezza della Cina nella diffusione della virus. Il network faceva capo ad un unico account, con il nominativo “Wilson Edwards“, che produceva contenuti con informazioni fuorvianti che venivano poi ripubblicati dalle pagine e dai gruppi collegati.

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Gli articoli sono stati citati anche dai media cinesi, ma successivamente cancellati in quanto l’Ambasciata svizzera a Pechino ha affermato di non aver trovato le prove che questo individuo esistesse, e che fosse cittadino svizzero. A questo proposito, Meta ha fatto sapere di poter collegare le attività ad individui legati a società cinesi, ma di non aver trovato collegamenti tra quest’ultimi e il governo cinese. La rimozioni delle reti di disinformazione è stata effettuata secondo i termini contro l’abuso delle piattaforme Meta.

Published by
Lidia Sonsini

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