Il ventennio dell’euro. Tanto è passato dall’entrata in scena della valuta ufficiale europea che fu introdotta l’1 gennaio 2002 per dodici Paesi. Ora ne sono più del doppio, con Lituania e Lettonia siamo arrivati a 25. L’euro ha mandato in pensione la lira con quell’indimenticabile 1936,27 entrato in testa sin dall’inizio, l’euro ha cambiato l’Italia e i suoi simili, soprattutto nei prezzi.
Ma come ha cambiato la tecnologia? Una interessante indagine condotta da Altroconsumo ha preso in considerazione l’evoluzione dei prezzi di beni durevoli, come hi-tech ed elettrodomestici, alimentari, trasporti e benzina, servizi e tempo libero dal 2001 a oggi.
“In questi ultimi 20 anni i prezzi sono cresciuti complessivamente del 33,4% – si legge – a fronte di un tasso di inflazione annuo che, stando agli ultimi dati Istat, si attesta al 3,8%”. Boom di rincari all’inizio, si è capito sin da subito che il cambio con l’euro non poteva essere, a conti fatti, il riferimento a quel 1936,27 lire, ma praticamente il doppio delle lire: praticamente le cinquantamila del vecchio conio erano diventate 50 euro. Con tutto ciò che ne consegue.
Al boom iniziale di rincari e aumenti, si è verificata una crescita che è stata decisamente meno marcata negli ultimi anni “considerando che tra il 2019 e il 2020 abbiamo assistito a una contrazione dei prezzi dello 0,1% e se consideriamo il biennio 2019-2021 la crescita di attesta allo 0,27%”.
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Altroconsumo ha analizzato, fra gli altri fattori, i cosiddetti beni durevoli, ossia gli oggetti di cui si dispone in quantità limitata rispetto alla domanda, reperibili e utili poiché soddisfa un bisogno, destinati a mantenere nel tempo il suo uso prolungato. In questo contesto si inseriscono televisori (e ora smart tv), stampanti e di dispositivi hi-tech come notebook, smartphone e tablet.
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“Negli ultimi 20 anni il prezzo medio dei telefoni cellulari è salito del 40,91%: la principale motivazione dietro questa crescita è da ricercare nell’arrivo degli smartphone. Un fattore importante da considerare è che nel 2001 non esistevano ancora i modelli evoluti, ma i cellulari sul mercato fornivano agli utenti le funzioni base come le chiamate e l’invio di sms”.
Il forte incremento dei prezzi sugli smartphone fa riflettere, soprattutto se paragonato a un dato diametralmente opposto, il calo dei PC, un note bene durevole per pochi, adesso presente praticamente in ogni casa degli italiani: l’abbassamento dei prezzi dei notebook è addirittura del 48,06%, anche se bisogna capire come si evolverà in tempo di pandemia da Coronavirus. Già, il Covid-19, un altro indicatore storico, proprio come l’euro, se non di più.
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