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Le batterie allo stato solido guardano al futuro: cosa cambia rispetto a quelle tradizionali

Published by
Pasquale Conte

A detta di molti, la soluzione del futuro per alimentare i veicoli elettrici sono le batterie allo stato solido. Cosa cambia rispetto a quelle tradizionali

Le batterie allo stato solido sono il futuro dell’alimentazione per le auto elettriche (Adobe Stock)

Stiamo vivendo un’epoca di grandi cambiamenti. Moltissimi Paesi in tutto il mondo stanno infatti conducendo una transizione per portare sulla strada esclusivamente veicoli alimentati a batteria. E di conseguenza, anche le principali case automobilistiche su scala globale si stanno concentrando anche e soprattutto su questo nuovo mercato.

Nonostante i vantaggi siano già oggi sotto gli occhi di tutti, ci sono ancora alcuni fattori che fanno desistere il cittadino medio dal passare all’elettrico. Uno su tutti: la presenza della batteria. Il tempo necessario per caricarla, l’autonomia di marcia, la geografia delle stazioni di ricarica sono tutti aspetti su cui bisogna ancora lavorare. Proprio a tal proposito, il futuro sembrano essere le celle allo stato solido.

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Le differenze tra le batterie tradizionali e quelle allo stato solido

Le differenze rispetto a quelle tradizionali e come mai non sono ancora di massa (Adobe Stock)

Il futuro delle auto elettriche sono le batterie allo stato solido. Tanti i vantaggi rispetto a quelle tradizionali. Dalla maggior velocità di carica ad una durata superiore nel tempo, passando per più autonomia di percorrenza. Si parla nello specifico di ioni di litio, che vanno a comporre una cella in tre stati principali: un elettrodo positivo, un elettrodo negativo e uno stato polimerico microporoso. Al suo interno, poi, la cella stessa è immersa in un composto chimico liquido che serve da elettrolita, ed è il mezzo attraverso il quale gli ioni di litio si muovono e conducono corrente elettrica. 

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Quando la batteria viene caricata, questi ultimi lasciano il catodo e arrivano nella sezione che ospita le particelle dell’anodo. Nel processo di scarica, poi, gli ioni di litio fanno il percorso inverso e tornano nel catodo. Ma per quale motivo questa tecnologia non è ancora diventata di massa? Perché ci sono elementi della cella che possono dare problemi. Gli aggregati cristallini hanno infatti una struttura aghiforme, che rischia di bucare il separatore e creare cortocircuiti. Ci si sta lavorando, con Toyota che è pioniere del movimento e vorrebbe lanciarla dopo il 2025.

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Pasquale Conte

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