L’americana Information Age Prayer già da tempo ha messo in commercio un software che, per la modica somma di 4 dollari e 95 consente un sistema text-to-speech, ossia legge le vostre preghiere al posto vostro tre volte al giorno, in modo da potersi sentire con la coscienza in pace se siete pigri o smemorati. Le preghiere vengono prima pre-registate e poi lette ad alta voce tre volte al giorno dallo stesso desktop, al posto degli utilizzatori che per diversi motivi non avrebbero il tempo per farlo. Il software è disponibile per le più svariate religioni con preghiere suggerite e preghiere già pronte.
Grazie al “Rosario Digitale”, invece,  si può pregare con gli altri ovunque e in qualunque momento della giornata, perché è a disposizione degli utenti una sorta di “Facebook della preghiera”, un  sistema accessibile da computer e smartphone, che dà la possibilità di recitare il Santo Rosario con un gruppo di preghiera o di amici.
Il progetto era stato presentato nel 2010 al convegno “Fede e Tecnologia: una convergenza a sostegno della preghiera”, organizzato a Loreto dalla Delegazione pontificia per il Santuario della Santa Casa di Loreto. Rosario Digitale è un’ evoluzione del Rosario Elettronico, un gadget lanciato nel 2005 dalla P.R.E.X., un’azienda italiana che si occupa di oggetti di culto, pensato per chi volesse recitare il rosario ricorrendo all’utilizzo della tecnologia.  Rosario Digitale è  un’applicazione disponibile sia per iPhone, scaricabile dall’App Store, sia per gli smartphone Nokia, per i quali il download si può fare su Prexcommunion.com., un portale definito “social network della preghiera”, perché ospita blog e forum di discussione e consente di scambiarsi documenti, testi e foto, impostare l’agenda con gli eventi religiosi, creare eventi per incontri di preghiera comunitaria e connettersi ad altri social, come Facebook o Twitter.
In Terra Santa, per la precisione a Tel Aviv, uno studente dell’ Università ha pensato bene di dare alle persone religiose la possibilità di farsi ascoltare e a lui, quella di guadagnare qualcosa. Il giovane ha messo a disposizione a pagamento la possibilità di inviare, tramite Twitter, le proprie preghiere e richieste ad uno specifico account da lui gestito. Provvederà quindi lui stesso, una volta alla settimana a stampare su foglietti le preghiere e a recarsi a Gerusalemme per inserirle all’interno delle crepe del Muro del Pianto. Secondo lo studente questa idea va incontro a quelle persone che vorrebbero recarsi in prima persona al più famoso luogo di culto della religione ebraica, ma che purtroppo sono impossibilitati a farlo.
Sono sicuramente state idee simpatiche per fare un pò di business, ma per mettere a tacere la coscienza ci vuole ben altro. Il business non è certo stato raggiunto, nè il significato di preghiera è stato compreso.
Pare infatti che queste applicazioni, dal 2010, anno di uscita sul mercato, non abbiano avuto molti riscontri.Â
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