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La Germania spinge per estendere il supporto software dei dispositivi mobili, ma c’è chi si oppone

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A. Roberto Finocchiaro

La Germania chiede alla Commissione Europa di adottare dei regolamenti per imporre ai produttori l’obbligo di estendere il supporto software dei dispositivi mobili e una gestione più trasparente dei pezzi di ricambio. La proposta non sembra però convincere tutti.

Le proposte del governo federale tedesco indirizzate alla Commissione Europea (AdobeStock)

Una mini-rivoluzione sugli aggiornamenti di sicurezza degli smartphone e sui pezzi di ricambio. Parte dalla Germania una proposta che potrebbe modificare in meglio l’esperienza post-acquisto dei consumatori, abbracciando due settori sui quali effettivamente si potrebbe osare un po’ di più.

Il governo federale tedesco ha infatti chiesto alla Commissione Europea, organo responsabile dell’applicazione delle leggi nel Vecchio Continente, di imporre ai produttori di smartphone e tablet due condizioni di massima: l’estensione a sette anni della finestra temporale di supporto degli aggiornamenti di sicurezza e, per la medesima durata, la disponibilità di pezzi di ricambio a costi accessibili per tutti. Per far questo, il ramo politicamente indipendente dell’Unione Europa dovrebbe adottare degli specifici regolamenti in materia.

Si tratterebbe insomma di un cambiamento epocale per i consumatori, meglio tutelati nella fase post-acquisto degli smartphone e tablet. Allo stato attuale, Apple è l’unico produttore a garantire un supporto software prolungato per i suoi dispositivi mobili, avendo esteso la compatibilità con gli aggiornamenti più recenti per circa sei anni. Su Android, viceversa, la questione è diametralmente opposta: Samsung ha ufficializzato l’estensione di cinque aggiornamenti di sicurezza per i gli smartphone e tablet più recenti, mentre Google potrebbe adeguarsi a breve per effetto del lancio di Pixel 6.

Oltre alla disponibilità di pezzi di ricambio per almeno sette anni, la Germania spingerebbe anche per l’adozione di misure ulteriori, come la trasparenza nei prezzi dei componenti hardware sostitutivi (onde evitare così fluttuazioni nel tempo) e l’implementazione di un’etichetta energetica e di un indice di riparabilità dei dispositivi. Una misura che, nell’intendimento del governo federale tedesco, contribuirebbe ad aumentare l’affidabilità e la riparabilità degli smartphone e tablet, con benefici sostanziali in termini di impatto ambientale.

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La controproposta in “difetto” dell’associazione dei produttori in Europa

Meno innovativa (o forse è meglio dire conservativa) è la controproposta dell’associazione europea dei consumatori (AdobeStock)

La proposta della Germania non sembra esser stata tuttavia accolta con favore da parte di Digitaleurope, un’organizzazione europea rappresentativa di alcuni produttori di spicco, tra cui Amazon, Apple, Bose, Google, Huawei, Lenovo, Microsoft, Samsung e Sony. La posizione dell’ente si discosta molto da quella tedesca, avendo piuttosto suggerito una strada già seguita dalla quasi totalità dei produttori Android: il supporto software limitato a tre anni di aggiornamenti di sicurezza e due anni di major release. Cambia tutto per non cambiar nulla, verrebbe quasi da aggiungere.

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Con riguardo invece alla “questione” dei pezzi di ricambio, Digitaleurope ritiene che un tale obbligo dovrebbe essere imposto ai produttori solamente verso alcuni componenti maggiormente soggetti ad usura e rotture, come display e batterie. Infine, viene etichettata come “non necessaria” l’implementazione delle etichette di efficienza energetica, dal momento che i produttori impegnati nell’industria tecnologica stanno già facendo il possibile per garantire alti standard in materia.

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A. Roberto Finocchiaro

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