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Non solo cellulari

La Commissione Europea vuole introdurre l’indice di riparabilità obbligatorio: ecco cosa potrebbe cambiare

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A. Roberto Finocchiaro

La Commissione Europea è al lavoro per rendere obbligatorio l’indice di riparabilità di smartphone e tablet. Ecco cosa potrebbe cambiare e quali potrebbero essere i criteri di riferimento.

Possibili nuovi obblighi per i produttori di dispositivi mobili (AdobeStock)

Due proposte per semplificare la procedura di acquisto e post-vendita dei dispositivi mobili. La Commissione Europea si prepara a rivoluzionare per sempre il settore tecnologico introducendo due novità destinate ad impattare positivamente sui consumatori e negativamente sulle aziende del settore: da una parte, l’ingresso di un caricabatterie universale, proposta quest’ultima che non ha trovato i favori di Apple; dall’altra, l’inserimento di un’etichetta volta a far chiarezza sull’indice di riparabilità degli smartphone e tablet. Un’aggiunta, quest’ultima, che ambisce a ridurre i rifiuti RAEE prodotti ogni anno.

Le tappe della Commissione Europea potrebbero inverarsi entro i prossimi due anni, con il 2023 inteso come periodo chiave per la seconda richiamata novità. Come si evince dall’incartamento attualmente al vaglio, i produttori di dispositivi mobili potrebbero esser obbligati a certificare, tramite una scala cronologica in senso crescente che va dalla lettera A alla lettera G, l’indice di riparabilità del device, enucleata attraverso alcuni criteri guida che l’organo europeo starebbe già vagliando.

Il discorso alla base è molto semplice: semplificare la riparazione inciderà positivamente sulla quantità di rifiuti elettronici prodotti ogni anno, compiendo dunque un passo importante in materia di sostenibilità e impatto ambientale. Ma c’è anche un discorso di trasparenza, giacché i consumatori potranno sapere in anticipo se lo smartphone o il tablet dei desideri richiederà una certa complessità o agevolezza nella riparazione in presenza di malfunzionamenti.

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Come funziona l’indice di riparabilità al vaglio della Commissione Europea

I criteri che potrebbero orientare la scelta (AdobeStock)

La scala di riparabilità oscillerà tra due estremi di riferimento, impersonati dalla lettera A (riparabilità semplice ed economica) e lettera G (riparabilità difficile e costosa). La scelta finale dipenderà ovviamente da alcuni criteri di riferimento già preannunciati dai rappresentanti della Commissione Europea e che vogliamo riportare qui di seguito:

  • Le procedure (in particolar modo, le fasi di lavoro) necessarie per sostituire i componenti più importanti del dispositivo, come batteria, display, fotocamera e microfono
  • L’eventuale utilizzo di strumenti speciali da adottare nella procedura di riparazione
  • La disponibilità dei ricambi
  • L’eventuale riutilizzo degli elementi di fissaggio
  • La disponibilità di istruzioni per la riparazione

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Tra i criteri manca il prezzo, fattore quest’ultimo che oscillerà da Paese a Paese. Ricordiamo che la Germania aveva chiesto alla Commissione Europea di estendere il supporto software e la disponibilità commerciale dei pezzi di ricambio di smartphone e tablet, proposta quest’ultima che non ha trovato i favori dell’associazione europea dei produttori.

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A. Roberto Finocchiaro

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