Circa due italiani su tre, tra i 20 e i 40 anni, non rinunceranno a smartphone e tablet durante le vacanze per rimanere sempre collegati con i social network.
Il fenomeno sembra largamente diffuso e gli esperti hanno già lanciato allarme. “Essendo sempre connessi, ad esempio, il confine tra lavoro e non lavoro è ormai molto labile, staccare è davvero difficile – sottolinea lo psichiatra Federico Tonioni, coordinatore dell’ambulatorio dedicato all’Internet Addiction Disorder presso il Policlinico Gemelli di Roma -. Non è un caso infatti che si stia pensando sempre più’a situazioni vacanziere offline, nelle quali le persone entrano in un’esperienza insolita, perché se non sei connesso ormai non esisti, ma che esprimono un nuovo bisogno, quello di sparire per un po’“.
Gli fa eco Paola Vinciguerra, psicologa e psicoterapeuta, nonché presidente di Eurodap, l’Associazione europea per il disturbo da attacchi di panico: “La vacanza deve essere un momento per riscoprire il piacere del contatto umano, della socializzazione con persone nuove, che ci possano arricchire. Invece, utilizzando compulsivamente smartphone e tablet siamo costantemente in contatto con persone che appartengono alla nostra vita quotidiana ma magari questo ci porta a non scoprire che il vicino di ombrellone è una persona simpatica“.
Il consiglio è quindi piuttosto drastico: sotto l’ombrellone o in montagna è meglio portarsi un comune cellulare senza l’accesso a internet, e limitare qualsiasi connessione alla sera, possibilmente per non più di mezz’ora.
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