INPS, ufficializzata la pensione retroattiva: hai diritto a più di un anno di arretrati

Molti pensionati hanno diritto a più di un anno di pensione arretrata: ecco come funziona la pensione retroattiva dell’INPS. 

Nel 2025 tanti saranno i lavoratori che potranno andare in pensione e, finalmente lasciare il lavoro, traguardo che sognano di raggiungere tutti, prima o poi. Ma addirittura questi potranno fare molto di più, anche recuperare da 4 a 16 mesi di pensione arretrata con i primi ratei di trattamento. 

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INPS, ufficializzata la pensione retroattiva: hai diritto a più di un anno di arretrati – cellulari.it

Di fatto si potrebbe trattare di più di un anno di arretrati di pensione. Ma come funziona la pensione retroattiva e a chi spetta?

Pensione retroattiva dell’INPS: a chi spetta

Chi va in pensione e rispetta determinati requisiti, avrebbe avuto diritto ad andare in pensione già anni prima e quindi la domanda di pensione ad una certa età, l’INPS la ricalcola a ritroso. Ma non c’è da guardare a questa cosa solo come ad un vantaggio perché, per beneficiarne, in realtà bisogna rinunciare alla possibilità di avere un trattamento migliore.

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Pensione retroattiva dell’INPS: a chi spetta – cellulari.it

Ma a chi viene data la possibilità di ricevere anche più di un anno di arretrati di pensione? Le beneficiarie sono le donne lavoratrici, a prescindere dalla misura contributiva. Per esempio possono richiederla le lavoratrici madri che hanno avuto dei figli ma solo se rientrano nel sistema contributivo pieno, avendo il primo accredito di contributi a qualsiasi titolo successivo al 31 dicembre 1995.

Fino al 31 dicembre 2024 questa facoltà consente una decorrenza anticipata di 12 mesi al massimo. Con la legge di Bilancio si è però arrivati a 16 mesi, prevedendo un taglio dell’età anagrafica di pensionamento pari a 4 mesi per ogni figlio avuto, fino a massimo 16 mesi per chi ne ha avuti 4 o più. Questo è valido per:

  • le pensioni anticipate contributive a 64 anni di età
  • le pensioni di vecchiaia a 67 anni di età 
  • le pensioni a 71 anni di età. 

Quindi, anche nel 2025 ci sarà chi potrà anticipare l’uscita anche di 16 mesi:

  • a 62 anni e 8 mesi e non a 64 con le pensioni anticipate contributive
  • a 65 anni e 8 mesi con le pensioni di vecchiaia (anziché a 67 anni)
  • a 69 anni e 8 mesi (e non a 71 anni) con le pensioni di vecchiaia contributive con solo 5 anni di versamenti.

Ovviamente uscire all’età ordinaria di queste prestazioni vuol dire ottenere un coefficiente di trasformazione migliore della pensione. Quindi ogni lavoratrice dovrebbe valutare cosa le conviene di più fare, anche in base alle proprie esigenze e considerazioni personali.

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