Uno studio di Friends of the Earth, una rete di organizzazioni ambientali costituita da 74 Paesi, ha analizzato lâimpatto che la produzione di oggetti di utilizzo comune da parte della popolazione mondiale ha sullâambiente.
Infatti, quando si parla di un tema come quello dellâimpatto ambientale degli oggetti di uso quotidiano, quasi tutti ormai si rendono conto delle problematiche correlate al loro smaltimento e al possibile eventuale riciclaggio, ma ancora pochi imprenditori ed industriali si chiedono quanto la loro produzione aziendale stia impattando sui terreni e sulle risorse ambientali.
Lo studio âMind your stepâ è basato su dati Trucost e ha come obiettivo quello di destare lâattenzione negli imprenditori e maggiori produttori sul tema dello spreco di risorse idriche e di suolo a causa del processo di produzione dei prodotti da parte delle loro aziende.
Il rapporto analizza lâimpatto che hanno i prodotti di uso quotidiano, tramite la catena di approvvigionamento, sullâambiente. A differenza degli studi economici, che elaborano i dati sui costi finanziari dei prodotti, il modello di Friends of the Earth dĂ la possibilitĂ di valutare in modo oggettivo i costi, in termini di consumo, delle risorse naturali, a partire dal terreno e dallâacqua, ai vari materiali, fino alle emissioni di gas serra.
Il metodo di misurazione di cui si sono serviti i ricercatori si chiama âfootprintingâ (impronta) ed il suolo e lâacqua sono 2 dei 4 elementi-criteri utilizzati per misurare il consumo di risorse. I quattro âfootprintsâ sono: il terreno, misurato in ettari; i materiali, misurati in tonnellate; le emissioni di gas ad effetto serra, o biossido di carbonio e lâacqua, misurata in litri, durante tutto il processo di produzione e trasformazione del materiale in prodotto finito.
Il modello delle âquattro impronteâ è stato messo a punto da Friends of the Earth in collaborazione con il Sustainable Europe Research Institute (SERI) e può essere applicato ai singoli prodotti, alle imprese e ad interi settori, o addirittura allâintera economia.
Dalla fine degli anni Cinquanta del Novecento i consumi sono aumentati sempre piĂš e continuano a crescere indiscriminatamente a livello globale, mentre le risorse naturali che occorrono per produrre tutto ciò che la popolazione consuma sono invece sempre piĂš limitate, con conseguenze che potrebbero diventare irreversibili, sia ai danni del pianeta sia dellâecosistema, che degli stessi esseri umani inconsapevoli che la abitano.
Infatti, per nutrire e dare da bere agli uomini ed agli animali da allevamento, vestire ed offrire comoditĂ e distrazioni alla popolazione mondiale, occorrono tonnellate e tonnellate di acqua e di terra.
Da piÚ di 15 anni alla lista degli oggetti di uso quotidiano si è aggiunta la produzione di gadget elettronici, i quali contribuiscono in misura enorme al consumo di queste preziosissime risorse; per fare un esempio che riguarda il settore delle telecomunicazioni, di cui come azienda ci stiamo occupando da piÚ di 10 anni, lo studio ha rilevato che per poter produrre un telefono di ultima generazione sono necessarie quasi 13 tonnellate di acqua.
In effetti, ogni singolo prodotto, dalla tazzina di caffè alla t-shirt di cotone, hanno determinati costi legati alle risorse ambientali.
Per produrre una semplice t-shirt, infatti, bisogna considerare il consumo delle risorse necessarie per far nascere, crescere e raccogliere il cotone, ossia i campi di terra e lâacqua, piĂš i vari prodotti chimici che servono per proteggere le piante dagli attacchi climatici ed ambientali, affinchĂŠ il raccolto vada a buon fine; quindi la lavorazione del cotone, attraverso un processo industriale che trasforma il prodotto da cotone grezzo in tessuto ed infine la trasformazione del tessuto nel prodotto finale. Tutte queste fasi richiedono lâimpiego di cospicue quantitĂ di terra, acqua, materiali ed energia.
Per produrre una t-shirt, quindi, occorre consumare quasi 4 tonnellate dâacqua e 4 metri quadrati di terreno coltivabile, mentre, tornando ai nostri smartphone, la produzione di un singolo dispositivo costa allâambiente circa 13 tonnellate di acqua e 18 metri quadrati di terreno.
Lo studio di Friends of the Earth riporta, inoltre, che per produrre un paio di stivali in pelle vengono impiegate circa 14 tonnellate dâacqua e 50 metri quadrati di suolo, mentre per una barretta di cioccolato sono necessari circa 1,5 tonnellate dâacqua e 2,5 metri quadrati di suolo.
La ricerca precisa che ad incidere sullâimpatto ambientale sono soprattutto gli imballaggi e la scelta delle materie prime; pertanto nel settore dellâabbigliamento il consumo di acqua e terreno per produrre i materiali utilizzati negli imballaggi incidono per circa il 20% sul prodotto finale, mentre nel settore dei giocattoli, addirittura per lâ84%.
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