Apple offre negli Stati Uniti l’accesso a tutta una serie di dati di iCloud alle forze dell’ordine in presenza di un apposito mandato di quest’ultime
Per chi segue quotidianamente il mondo della tecnologia, capita spesso di leggere (soprattutto in relazione a notizie che provengono dagli Stati Uniti) che Apple ha ceduto alcuni dati di iCloud alle forze dell’ordine in presenza di un apposito mandato di quest’ultima. Un passaggio abbastanza normale nelle dinamiche di un rapporto di apertura e di collaborazione tra le società tecnologiche e le forze dell’ordine, necessario appunto per permettere alle seconde di rintracciare sospetti criminali e assicurare la giustizia. Ma quanti dati vengono ceduti?
La risposta arriva da un dirigente di PenLink, un’azienda attiva nel Nebraska che sta intascando qualcosa come 20 milioni all’anno per aiutare il governo degli Stati Uniti a localizzare possibili sospettati. Questa società ha un business molto articolato e tra questo figura pure la vendita di servizi alle forze dell’ordine locali. Ma cosa c’entra in tutto questo con il discorso fatto in apertura? Come riportato da AppleInsider, dalle registrazioni effettuate in tutto riserbo da Jack Poulson di Tech Inquiry durante la conferenza invernale interna della National Sheriff’s Association, sono emersi dettagli interessanti sull’argomento. E questi dettagli provengono appunto da uno dei veterani di PenLink, Scott Tuma.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>>Â Dimensioni imponenti e specifiche da urlo: tutto sul nuovo Vivo X Note
Nella location, Scott Tuma ha descritto come la sua azienda lavora a contatto con le forze dell’ordine per tracciare gli utenti attraverso più servizi, e tra questi figura il “fenomenale” iCloud di Apple. Questo perché il gigante di Cupertino è sempre pronta ad aiutare le forze dell’ordine in presenza di un apposito mandato e, quando possibile, cedere le informazioni dai backup di iCloud archiviati sui suoi server. Laconiche sono le parole di Tuma proferite durante l’evento: “Se hai fatto qualcosa di brutto, scommetto che potrei trovarlo su quel backup“.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>>Â ZTE, Nubia Z40 Pro fa la storia: una nuova frontiera per i cellulari
Il dirigente ha inoltre spiegato di essere riuscito a trovare le posizioni esatte delle persone sospettate attraverso l’utilizzo servizi diversi, non necessariamente legati ad iCloud, sebbene la piattaforma di Apple si sia dimostrata ricca di spunti e di informazioni utili nelle indagine. E qui ci sono anche riferimenti ai servizi di Google, Facebook e Snapchat. Secondo quanto riferito, il social network a tinte blu fornisce un portale attraverso il quale i funzionari delle forze dell’ordine possono accedere e scaricare i file. Ma c’è un dettaglio interessante: se l’investigatore ufficiale non effettua nuovamente il login ogni ora, questo viene bloccato.
I richiami alimentari sono qualcosa che va tenuta d'occhio: prodotti non conformi alle etichette, errori…
A volte capita di fare sempre gli stessi sogni, magari quelli che sono anche i…
Se le onde assumono una forma “quadrata” è meglio se esci dall’acqua: stai rischiando grosso,…
Per tutti quelli che apprezzano l'abbonamento al Game Pass di Xbox ci sono probabilmente brutte…
Su WhatsApp, è possibile proteggere le chat inserendo una password. Nel mondo digitale, la protezione…
Per tutti i possessori di un device Android c'è in agguato una minaccia che, potenzialmente,…