Gli smartphone ci saranno anche in futuro o saranno soppiantati da una tecnologia avveniristica? Bill Gates ha un’idea specifica in proposito: ecco di cosa si tratta.
Giunti sul mercato a metà degli anni ’80, i telefoni cellulari hanno impiegato un po’ di tempo per diventare una tecnologia di uso comune. La svolta è arrivata quando ad inizio anni 2000 sono giunti sul mercato gli smartphone, dei mini PC portatili in grado di immergere gli utenti in un mondo di possibilità.
Oggi è impossibile pensare una quotidianità senza gli smartphone ed è complicato immaginare un futuro in cui questi device scompaiano per fare posto ad altro. La via tracciata è quella della connessione onnipresente ed è complesso tornare indietro, motivo per cui quando si pensa ad un futuro in cui gli smartphone siano pezzi di antiquariato, l’unica idea che viene in mente è quella di dispositivi ancora più piccoli o addirittura integrati nel corpo umano.
Realtà aumentata, virtuale o neurotrasmettitori ancora oggi sembrano evoluzioni possibili, tuttavia siamo davvero disposti a barattare ulteriormente la nostra libertà in favore di una totale dipendenza dalla tecnologia? Paradossalmente, dunque, l’evoluzione futura potrebbe prendere una strada opposta a quella che immaginiamo e Bill Gates, fondatore di Microsoft e uno dei principali attori del progresso tecnologico di questo periodo, si augura che accada.
In una recente intervista sull’argomento, Bill Gates ha preferito bypassare l’evoluzione tecnologica per concentrarsi più su un problema relativo ad essa, la dipendenza. Lo ha fatto sottolineando come questa sia particolarmente preoccupante per i più piccoli: “Ho avuto un’infanzia all’insegna del gioco e del divertimento. Ora è molto più comune vivere la tenera età col telefono in mano. Il mondo rischia di perdersi le importanti scoperte che emergono quando le persone prestano attenzione a un’idea e la seguono”.
A suo avviso dunque, l’utilizzo continuo di smartphone porta ad uno spegnimento delle funzioni cognitive, ma soprattutto alla perdita di voglia di fare qualcosa di attivo, di perseguire un sogno, un desiderio o un progetto e questo è un danno non solo per le singole persone ma per l’evoluzione stessa dell’umanità.
I più piccoli devono essere lasciati liberi di dare sfogo alla fantasia, di creare relazioni reali, di giocare liberamente, di sviluppare idee e perseguire sogni. Ma come si fa ad escluderli dal mondo digitale che ci circonda e che diventa giorno dopo giorno più predominante? Per lui dovrebbero essere messe delle regole più ferree all’età minima di ingresso sui social, dovrebbero essere create maggiori aree libere da schermi, parchi giochi e giardini in cui i piccoli possano liberarsi da quella dipendenza e scoprire il piacere della vita reale.
Gates è consapevole che si tratta di un problema complesso, che va affrontato collettivamente, attraverso leggi e regole, una singola famiglia che cerca di opporsi ad un mondo che va verso una direzione non sarebbe sufficiente e lo scopo, seppur nobile, verrebbe vanificato dalle conseguenze di una realtà che marcia in direzione opposta.
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