Google lancia Chromebit, ovvero un pc da circa 100 dollari contenuto in una chiavetta che può trasformare il televisore in un computer desktop. La chiavetta è stata prodotta con l’obiettivo di portare in ogni abitazione un computer, la connessione Internet ed archivi cloud, soprattutto nelle case dei Paesi più poveri dove il computer è ancora fuori portata a causa dei suoi costi elevati.
Chromebit, che è un’evoluzione della Chromecast che rende ‘smart’ il televisore di casa collegandolo a Internet, arriverà quest’estate nei negozi, a partire dagli Stati Uniti. Quindi anche in Italia, dalla fine di questo anno, si potrà acquistare ‘Chromebit’ e tutti quelli che acquisteranno questa specie di chiavetta USB avranno la possibilità di trasformare il proprio televisore di casa in un computer.
Il Chromebit è prodotto da Asus e monta un sistema operativo Chrome OS con 2GB di RAM e 16GB di memoria di archiviazione e connessione WiFi e Bluetooth con cui si potranno agganciare la tastiera e il mouse; inoltre dispone di una porta USB per periferiche esterne. Visto che le tastiere senza fili da collegare via Bluetooth sono già in commercio a prezzi accessibili come accessori per tablet e smartphone, la Tv-Pc potrà funzionare molto bene con sistema operativo come Chrome.
Per ottenere un computer con questo dispositivo, la TV deve avere una porta USB ed una entrata Hdmi e grazie ai nuovi sistemi di cloud si potrà disporre di un’archiviazione dati importante.
L’obiettivo di Google è anche quello di espandersi oltre le scuole, che attualmente sono i maggiori utenti dei dispositivi basati su Chrome OS, perché vuole portare una rivoluzione nel mercato dei computer che vada oltre al concetto del computer desktop tradizionale.
Inizia perciò una nuova fase dell’era informatica, quella dei computer ‘usa e getta’. Ad inaugurarla non è solo Google, infatti anche la Intel si sta muovendo in tal senso, lanciando sul mercato la Compute-Stick per trasformare la televisione in un computer con Windows 8.1 e che avrà un costo di 149 dollari, mentre invece le aziende giapponesi hanno scelto Android, sempre allo stesso scopo, ma concentrandosi sugli smartphone ed i tablet.
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