Non soltanto hardware: Google è pronta ad annunciare un nuovo abbonamento con servizi premium da affiancare all’acquisto dei nuovi Pixel 6. Ecco di che cosa si tratta.
Google non sembra essere riuscita a mantenere il riserbo sull’evento stampa del prossimo 19 ottobre, la data che dovrebbe peraltro sancire il rilascio dell’aggiornamento Android 12 sugli smartphone Pixel già esistenti. Come spesso accade in questi casi (e lo sa bene Tim Cook), la forbice temporale che ci separa dalla presentazione dei nuovi “gioielli” griffati Google costituisce, infatti, un’occasione propizia per mettere un punto esclamativo su quelle novità per così dire “minori” in serbo dal gigante di Mountain View.
Dei Pixel 6 e 6 Pro sappiamo d’altronde ormai tutto ed è per questo che l’attenzione dei rumors pare essere rivolta su dettagli più che altro accessori, sia pure ugualmente importanti giacché facenti parte del ricco portafoglio di annunci di Google. Come rivelato infatti da Brandon Lee attraverso il proprio profilo Twitter, la società statunitense ufficializzerà un nuovo servizio di abbonamento comprendente sia l’hardware che il software.
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Pixel Pass, questo il nome col quale sarà conosciuto sul mercato, rappresenterà una sorta di alter-ego di Apple One: un contenitore di servizi a pagamento che potranno essere abbinati all’acquisto di un determinato prodotto (nel caso di specie uno smartphone). La locandina anticipata dalla fonte richiama espressamente alcuni dei software più in voga di Big G, come YouTube Premium, Google One, Play Pass e, verosimilmente, anche Google Fi. Ancora sconosciuti, invece, i possibili prezzi di lancio.
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Si tratta comunque di novità che non dovrebbero coinvolgere l’Europa e a maggior ragione il mercato italiano, tagliato fuori da qualsivoglia possibilità di acquisto dei nuovi Pixel 6 e 6 Pro. Sullo sfondo resta comunque una considerazione quantomeno evidente: Google vuole candidarsi al ruolo di alter-ego su Android degli iPhone, e lo dimostra anche il fatto che i prossimi dispositivi dell’azienda di Mountain View saranno i primi in assoluto (volendo ovviamente considerare il mondo del “robottino verde”) ad offrire aggiornamenti di sistema per almeno cinque anni. Un fattore, quest’ultimo, che troverà senz’altro i favori della Commissione Europea, come abbiamo d’altronde avuto modo di chiarire in un precedente articolo.
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