Novantatré voti favorevoli, 28 equamente divisi fra il no e gli astenuti. I numeri dei deputati della commissione per i problemi economici e monetari (ECON) e della commissione per le libertà civili (LIBE) evidenziano il forte scetticismo del Vecchio Continente nei confronti delle criptovalute.
Non c’è stato l’amore a prima vista, e la scintilla continua a non scoccare. Tutt’altro. La votazione dell’UE ha confermato questo trend, un giro di vite sulla tracciabilità dei trasferimenti di criptovalute.
In base ai nuovi requisiti concordati dai deputati continentali, infatti, tutti i trasferimenti di criptovalute dovranno includere informazioni sulla fonte del bene e sul suo beneficiario, informazioni che dovranno essere messe a disposizione delle autorità competenti.
Le regole riguarderanno anche le transazioni dai cosiddetti portafogli non ospitati (un indirizzo di portafoglio di criptovalute che è sotto la custodia di un utente privato). Le soluzioni tecnologiche dovrebbero garantire che questi trasferimenti di attività possano essere identificati individualmente. L’obiettivo per l’Unione Europea è quello garantire che i trasferimenti di criptovalute possano essere tracciati e le transazioni sospette bloccate. Le regole non si applicherebbero ai trasferimenti da persona a persona effettuati senza un fornitore, come le piattaforme di scambio di bitcoin, o tra fornitori che agiscono per proprio conto.
Il giro di vite dell’Unione Europea è dovuto principalmente alla loro velocità e natura virtuale: le transazioni di criptovalute, infatti, aggirano facilmente le regole esistenti basate sulle soglie di transazione. I deputati hanno quindi deciso di rimuovere le soglie minime e le esenzioni per i trasferimenti di importo basso.
Prima di mettere a disposizione dei beneficiari le criptovalute, i fornitori dovrebbero verificare che la fonte del bene non sia soggetta a misure restrittive e che non vi siano rischi di riciclaggio di denaro o finanziamento del terrorismo.
“I flussi illeciti nelle criptovalute si muovono in gran parte inosservati in tutta Europa e nel mondo, il che li rende uno strumento ideale per garantire l’anonimato”. Ernest Urtasun (Verdi/ALE, ES), correlatore di ECON, si spiega: “come illustrato da tutti i recenti scandali sul riciclaggio di denaro, dai Panama Papers ai Pandora Papers, i criminali prosperano laddove le regole che consentono la riservatezza consentono la segretezza e l’anonimato – conclude – con questa proposta di regolamento, l’UE chiuderà questa scappatoia“.
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