Alcuni dei più importanti social network devono affrontare un grave problema: la decisione del Garante inguaia Facebook e Instagram.
La tecnologia continua a fare passi in avanti e lo sviluppo non si accenna a placare, anzi. Ora, però, ci sono da fare i conti con alcune problematiche che riguarda un elemento in particolare. Gli utenti hanno visto le conseguenze di una tale decisione e a breve potrebbero subirne le conseguenze. In ogni caso, però, si segnala un cambiamento sotto diversi punti di vista, specialmente alla luce di una determinata decisione.
I social network come Facebook e Instagram hanno quindi dovuto fare i conti con un problema ben preciso e da non prendere assolutamente sottogamba. La decisione è giunta direttamente dal Garante per la Privacy che non ha potuto fare molto in tal senso. Scelta inevitabile alla luce di un quesito tanto atteso da moltissime persone. Si tratta di un aspetto attuale, specialmente alla luce dell’avanzamento tecnologico.
L’intelligenza artificiale generativa, sviluppata dall’azienda gestita da Mark Zuckerberg, segna un improvviso stop in Europa. L’arrivo di Meta AI è stata infatti sospesa in Europa. Si tratta di un supporto che sarebbe dovuto giungere in Europa e nel Regno Unito il prossimo 26 giugno, ma la realtà è ben diversa. Nonostante l’annuncio, ricevuto dagli utenti mediante notifica, avrebbe riguardato la nuova privacy policy.
E pensare che alcune criticità erano già evidenti, così come evidenziato dal GDPR, il Regolamento generale sulla protezione dei dati, ora invece il passa indietro da parte dell’azienda. Meta ha quindi per il momento bloccato l’arrivo degli strumenti di intelligenza artificiale, specialmente per due social molto utilizzati come Facebook e Instagram.
Al momento, di conseguenza, l’intelligenza artificiale generativa targata Meta non dovrebbe giungere in Europa, almeno non a stretto giro. Questo significa che Meta non dovrà utilizzare i dati degli utenti europei. Ma c’è un elemento in particolare che riguarda l’articolo 21 del GDPR. In particolare, infatti, il problema riguarda principalmente il diritto di opposizione mediante modalità opt-out e opt-in.
Senza la compilazione del modulo, spiegando anche i motivi del rifiuto di concedere i propri dati, inclusi post, video e foto, Meta li avrebbe comunque utilizzati. Secondo quanto ribadito dal GDPR, invece, il principio dell’opt in sarebbe diverso. Basterebbe dare il consenso tramite un solo pulsante, così da evitare che l’utente possa dare l’ok per il trattamento dei dati.
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