Gli hacker requisiscono account online su scala industriale. Perché entrare in un profilo significa essere liberi di prendere i dati personali altrui, senza contare che si può navigare, acquistare, dialogare e condividere sotto mentite spoglie.
Un fenomeno, ahinoi in grande crescita. “Gli hacker stanno prendendo quelle credenziali e, in modo automatizzato, le rimbalzeranno contro ogni altro account sul web“. Lo dice a chiare lettere Lisa Plaggemier, direttore esecutivo della National Cybersecurity Alliance.
Anche se non riutilizzi la stessa identica password su altri account, il software hacker può facilmente generare iterazioni fino a quando non si riesce a entrare in un profilo sociale, con danni inimmaginabili e tutto ciò che ne consegue.
Dalla teoria alla pratica il passo è breve. I profili social, naturalmente, quelli più colpiti da attacchi hacker. Altre volte, sono le persone stesse consegnano i loro accessi a truffatori. Come?
Rispondendo a e-mail di truffa dicendo, ad esempio, come quando vi arriva una notifica che la tua pagina Facebook è stata programmata per l’eliminazione e devi accedere immediatamente (al link fasullo di seguito) per presentare ricorso. Niente di più falso, perché non è nello stile di Meta. Già , Meta.
Già , il colosso dei social con a capo Mark Zuckerberg ha chiesto informazioni a Google, ma anche a Apple, di rimuovere circa 400 applicazioni che rubavano le credenziali di accesso dei profili social. La richiesta ha un perché.
E’ stata proprio un’indagine di Meta a scoprire che ben 355 applicazioni Android, e appena 47 di iOS per iPhone e iPad, una volta installate tentavano di rubare le credenziali dell’account Facebook degli utenti. Con ottime chance di riuscita.
Altri numeri che confermano la richiesta di Meta, piĂą che altro a Google. Il 42,6% delle applicazioni in questione sono di photo editor, quelle che si utilizzano per migliorare le foto. Ricercatissime.
Il 15,4% riguardano l’utilità per il lavoro, il 14,1% di utilità per il telefono. Apple l’11,7% concernono il fatato mondo del gaming, altro segmento di mercato in grande espansione. La stessa percentuale per un altro fenomeno on line, le VPN. All’ultimo posto, con il 4,4%, le app di categoria lifestyle. Meta ha comunicato che, solo con queste 400 app, potrebbero essere le responsabili della violazione di oltre un milione di profili.
Sono app riguardanti un mercato florido, come i social, il gaming, le foto per i ritocchi, se volete scaricarle, fate massima attenzione. E, soprattutto, non spingente subito pulsanti che rimandano a link oltre modo dubbiosi.
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