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Cyber Risk: 10 milioni di italiani esposto a violazioni digitali, la Gen Z quella più colpita

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A. Roberto Finocchiaro

L’analisi di Changes Unipol legata al Cyber Risk evidenzia uno spaccato importante per ciò che riguarda il tema della sicurezza digitale. In base ai dati, circa 10 milioni di italiani hanno subito violazioni digitali, mentre prevale il metodo del “fai-da-te” per allontanarsi dai pericoli

La diciannovesima edizione del Safer Internet Day, la giornata mondiale per la sicurezza in rete, promossa e organizzata dalla Commissione Europea, rappresenta un’occasione importantissima per focalizzare l’accento su ciò che si nasconde nel mondo digitale, fatto certamente di opportunità (lavorative, di svago, di comunicazione) ma anche di insidie e di pericoli. Secondo i dati condivisi da Changes Unipol a margine del Safer Internet Day 2022, circa 10 milioni di italiani hanno subito violazioni digitali, anche indirettamente.

L’analisi di Changes Unipol sul tema del Cyber Risk (Unsplash)

L’indagine, che prende a riferimento un campione di popolazione italiana di età compresa tra i 16 e i 74 anni e residente nelle principali aree metropolitane, ha prodotto 1.720 interviste a fronte delle quali sono stati poi tratti i dati percentuali e le considerazioni su alcuni dei temi più importanti legati al Cyber Risk. Entrando nel nocciolo della questione, è soprattutto la Generazione Z a subire violazioni digitali (32% delle persone prese a riferimento tra i 16 e 26 anni), seguite a ruota dai Millennials (31% delle persone di età compresa tra i 27 e i 40 anni), dalla Generazione X (22% delle persone tra i 41 e i 56 anni) e infine i “Baby Boomers” (11% delle persone tra i 57 e i 64 anni). Un primo dato conclusionale che può essere tratto dall’indagine è che la violazione digitale decresce con il crescere dell’età: più alta è quest’ultima, minore è la violazione. Solo il 30% degli italiani ha dichiarato di non percepire il Cyber Risk come un pericolo.

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Cyber Risk: il metodo del “fai-da-te” per proteggersi dai rischi della rete

I dati della ricerca Changes Unipol a margine del Safer Internet Day 2022 (Screenshot)

Il report di Changes Unipol ha affrontato anche un minuzioso spaccato a livello territoriale, secondo la classica suddivisione tra Nord, Centro e Sud. Pur nell’assunto che le violazioni digitali si verificano in modo capillare in tutta Italia, è comunque il Nord a fare registrare un minor tasso percentuale (21%) rispetto al Centro e al Sud (rispettivamente, il 25% e il 22%). A livello locale, acquistano certamente importanza i dati relativi alle città di Firenze (30%), Bari (28%) e Milano (26%), territori cioè dove gli intervistati hanno dichiarato di avere subito violazioni digitali, personalmente o indirettamente.

Ma chi subisce violazioni digitali? Secondo la ricerca, il fenomeno appare dirompente soprattutto tra coloro che utilizzano i social network in modo medio-elevato (36%), seguiti a ruota dagli esperti nel digitale (28%) e infine i “non esperti” (15%), che sono quelli un po’ più sicuro. Nell’ampio calderone delle violazioni digitali facciamo entrare i furti d’identità (58%), clonazione della carta di credito (53%) e l’utilizzo improprio dei propri dati (40%), seguito dalla violazione della privacy (39%): in base alla ricerca, sono questi i rischi percepiti come i più gravi nella navigazione web.

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Con riguardo infine alle tutele, appare uniforme la pratica adottata dagli italiani intervistati: il 55% di questi ha dichiarato di contrastare il Cyber Risk semplicemente “ottimizzando” la concessione dei dati personali e subordinando quest’ultimi soltanto quando necessario e indispensabile; il 35% ritiene invece sufficiente non dare in “pasto” della rete le foto personali o quelle di minori.

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A. Roberto Finocchiaro

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