L’Agenzia delle Entrate controlla le spese che fai in vacanza: stai attento ed evita questo se non vuoi rischiare.
Finalmente ci godiamo le nostre meritate vacanze, magari andando all’estero, senza pensare alle spese: ci concediamo una cena in più, acquistiamo souvenir, facciamo shopping con i saldi e chi più ne ha, più ne metta.

Capita di partire in comitiva, e di dividere le spese e allora per farci restituire soldi anticipati, preferiamo ricevere qualche bonifico in più. Ma attenzione sia alle spese fatte in vacanza e pagate con la carta, sia ai bonifici: l’Agenzia delle Entrate tiene tutto sotto controllo.
Evita questo quando vai in vacanza: l’Agenzie delle Entrate controlla le tue spese
Per praticità e sicurezza, quando si parte per le vacanze, molte persone preferiscono non usare il contante bensì le carte di credito e il bancomat. Questo ci espone a delle spese più elevate del solito che potrebbero insospettire il Fisco.

Con tutti i suoi mezzi, l’Agenzia delle Entrate riesce a valutare eventuali discrepanze tra tenore di vita, spese effettuate e reddito dichiarato. Quindi, se una persona che ha un reddito moderato, ad un certo punto inizia a spendere somme elevate in hotel, ristoranti e viaggiando, l’Agenzia potrebbe insospettirsi ed effettuare dei controlli fiscali sui pagamenti tracciabili.
I controlli vengono fatti anche sui rimborsi, cioè sui bonifici che arrivano dagli altri membri della comitiva a fine vacanza, ovvero quei soldi che magari sono stati anticipati. Il Fisco potrebbe interpretare tutte queste operazioni come entrate insolite o anomale. E anche se non è detto che scatti un accertamento, il Fisco potrebbe ipotizzare un’evasione e richiedere chiarimenti o prove documentali che palesino l’assenza della violazione di norme fiscali.
Quindi, nel caso per esempio dei bonifici per rimborsi, è sempre opportuno inserire la causale più chiara possibile con delle diciture che tolgano ogni dubbio, così che l’Agenzia delle Entrate non ipotizzi l’illecito fiscale. Non sarà necessaria la certezza del reato, in quanto basterà che sussistano elementi anomali e il contribuente dovrà dare spiegazioni, dimostrando l’origine lecita delle somme spese o ricevute.
Si può presumere l’esistenza di redditi non dichiarati, a meno che il contribuente non fornisca prove contrarie e spieghi che quelle somme provengono effettivamente da “fonti lecite” (ad esempio prestiti familiari, risparmi accumulati, rimborsi tra amici e così via), con documenti e giustificazioni plausibili e coerenti.