C’è chi sviluppa applicazioni per vivere un presente in vista di un futuro migliore. E chi volge lo sguardo al passato. A un trapassato remoto fatto di sesterzi, locande, Mediolanum e Londinium. E chi l’ha rilasciata non è affatto uno sprovveduto. Tutt’altro.
Lo Stanford Geospatial Network Model of the Roman World, infatti, ha sviluppato un navigatore digitale che vive all’epoca degli Antichi Romani. Come se Giulio Cesare, o chi per lui, fosse dotato di un Mappe, o Google Maps, fa lo stesso.
L’applicazione, chiamata Orbis, ci riporta indietro nel tempo, al secondo secolo dopo Cristo per l’esattezza. Il team Stanford Geospatial Network Model of the Roman World è riuscito a ricostruisce il costo del tempo e la spesa finanziaria, associati a un’ampia gamma di diversi tipi di viaggio nell’antichità.
Il modello si basa su una versione semplificata della gigantesca rete di città, strade, fiumi e rotte marittime che inquadrava il movimento attraverso l’Impero Romano. Riflette ampiamente le condizioni intorno al 200 D.C., ma copre anche alcuni siti e strade creati nella tarda antichità.
Il modello è composto da 632 siti, la maggior parte dei quali insediamenti urbani, ma comprende anche importanti promontori e passi di montagna, copre quasi 10 milioni di chilometri quadrati (4 milioni di miglia quadrate per l’esattezza) di spazio terrestre e marittimo.
Ben 301 siti fungono da porti marittimi. La rete stradale di base comprende 84.631 chilometri (52.587 miglia) di strade o sentieri del deserto, integrati da 28.272 chilometri (17.567 miglia) di fiumi e canali navigabili. Il viaggio in mare si muove su una superficie che simula le condizioni del vento mensile e tiene conto delle forti correnti e dell’altezza delle onde. La rete marittima del modello è costituita da 1026 rotte marittime (che collegano 513 coppie di siti in entrambe le direzioni), molte delle quali documentate da fonti storiche e integrate da collegamenti costieri a corto raggio tra tutti i porti e alcune rotte a medio raggio che colmano le lacune dell’antico copertura.
La loro lunghezza totale, che varia mensilmente, è in media di 192.810 chilometri (119.806 miglia). Il viaggio in mare è possibile a due velocità di navigazione che riflettono la probabile gamma di capacità di navigazione nel periodo romano.
Il viaggio marittimo è vincolato da condizioni meteorologiche avverse (utilizzando l’altezza dell’onda come proxy). 158 delle rotte marittime sono classificate come collegamenti di mare aperto e possono essere disabilitate per limitare la circolazione alle rotte costiere e ad altre rotte a corto raggio, processo che simula la pratica del cabotaggio oltre alla navigazione in condizioni meteorologiche sfavorevoli.
Per ogni percorso il modello genera due risultati discreti per il tempo e quattro per la spesa in un dato mese. Nomi di città di Latino, cibo per i cavalli alla stregua del nostro carburante. E’ un viaggio in un trapassato remoto che sfoggia nel presente.
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