Anche l’applicazione manifesto dell’Intelligenza Artificiale, ChatGPT, abbandona la filosofia open source e si getta nel ricco e disponibile mercato della pubblicità. Ecco cosa cambia dal prossimo autunno
L’Intelligenza Artificiale ormai ha preso piede in modo definitivo entrando in ogni aspetto dalla nostra vita online. Inevitabile, ovviamente, attirare nuove attenzioni e soprattutto nuovi investimenti. Un passo che per molti aspetti rispecchia quanto accaduto ai suoi “fratelli maggiori”, ovvero il web e le applicazioni. Che partiti in modo quasi sempre gratuito e open source con il tempo hanno dovuto sottostare alle regole ferree dell’economia di mercato. Il web, dopo la prima ubriacatura della cosiddetta new economy si è plasmato sulle regole del capitalismo facendo diventare i siti, l’e-commerce e le ricerche un servizio ad alto valore economico.
Le applicazioni, hanno seguito la stessa sorte passando dal variopinto, e per certi versi poco sicuro, mondo delle app gratuite al mondo delle app a pagamento. L’Intelligenza Artificiale, a partire dal suo prodotto manifesto, ChatGPT sta andando esattamente nella stessa direzione. E i numeri, come sempre, sono la dimostrazione pratica di una affermazione.
Basti pensare che nel 2024 il fatturato mondiale dell’AI generativa era di 128 miliardi di dollari e che le previsioni più pessimistiche attestano nel 2030 un fatturata di 1,8 trilioni di dollari. Solo in Italia il mercato specifico è cresciuto del 58% generando un valore di 1,2 miliardi di euro. E parliamo solo di Intelligenza Artificiale generativa che rappresenta il 43% del totale dei prodotti.
Le altre tipologie, ricordiamo solo a titolo informativo, sono quella Robotica, quella di Visione Artificiale, quella predittiva e soprattutto, quella conversazionale. Ma tornando alla più diffusa, quella generativa, quella a cui appartiene ChatGPT, c’è da registrare una importante novità.
Secondo quanto riferisce a Bloomberg il responsabile di ChatGPT, Nick Turley, OpenAi, l’azienda che ha ideato e sviluppato il codice madre dell’interfaccia a breve ci sarà una grande novità. Ed è una novità che, di fatto, azzera le velleità open source del Laboratorio di Intelligenza Artificiale fondato da Sam Altman, Elon Musk, Ilya Sutskever e John Schulman. Dall’autunno, spiega Turley, ChatGPT introdurrà piano piano degli inserti pubblicitari simili alle Ads di Google. Un passaggio necessario per sostenere i costi di sviluppo e di calcolo ma, anche, oggettivamente, per fare cassa da quello che, secondo tutti gli analisti, è il business di questo e del prossimo decennio del XXI Secolo.
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