Può essere davvero frequente scambiarsi bonifici fra parenti, ma bisogna fare attenzione a non trascurare alcuni dettagli: quando si rischia di avere problemi con il Fisco?
Ormai da diverso tempo, con l’utilizzo sempre più massiccio dei pagamenti online, è cosa comune fare bonifici anche ai propri amici o familiari, magari per restituire dei soldi per un regalo, oppure per la cena pagata la sera prima; piccole somme, insomma, che vanno a coprire spese di attività fatte insieme.
Tra l’altro, ora che i bonifici istantanei sono gratuiti per una direttiva europea dello scorso 9 gennaio (molte banche italiane si stanno ancora adeguando), questa modalità di scambio di denaro è ancora più facile e immediato. Eppure, sappiamo che un passaggio di soldi sui conti lascia sempre una traccia, che va ovviamente giustificata per evitare di imbattersi in controlli del Fisco…
Quand’è quindi che si rischia di avere problemi con i bonifici fra parenti e amici? C’è una particolare situazione piuttosto spinosa, a cui si dovrebbe comunque porre attenzione: tutti i dettagli a riguardo.
Bonifici dai parenti, cosa succede con l’Agenzia delle Entrate e con la dichiarazione dei redditi
Una delle domande che ci si può porre, se qualche parente ci fa dei bonifici anche semplicemente per regalarci soldi in occasioni particolari, è se la cifra contribuisce di fatto ad aumentare i nostri redditi. Detto che l’Agenzia delle Entrate considera a livello teorico ogni bonifico in entrata come fonte di reddito, in caso di controlli si potrebbero richiedere le imposte, a meno che il cittadino in questione non dimostri (con relativa documentazione) che il bonifico è parte di una transazione esente da tasse.
Come riporta il sito Money, con una recente sentenza, la Corte tributaria regionale della Puglia ha dato un’ulteriore prospettiva alla situazione: in caso di bonifici dai parenti, sembra che il Fisco abbia dei limiti nelle indagini.
Se, come detto, l’Agenzia delle Entrate può presupporre sempre la possibilità di nuovi redditi (e il cittadino ha modo di documentare che quanto ricevuto non è fonte di reddito) le cifre provenienti da eventuali bonifici effettuati dai parenti possono essere ignorate ai fini della valenza reddituale.
Questo perché il bonifico da parte di un parente stretto (come può essere quello di un genitore, ad esempio) rientra nel contesto di solidarietà e sostegno affettivo, che di fatto fa considerare superata la presunzione legale e quindi il “sospetto” che la cifra ricevuta provenga da una fonte di reddito non dichiarata.