Il caro vita aumenta e mentre le spese quotidiane continuano a pesare tantissimo nelle tasche dei consumatori, gli stipendi non soddisfano le aspettative dei lavoratori. Lo stesso si può dire delle pensioni e dunque, a prescindere della propria condizione, tanti italiani si trovano quotidianamente ad affrontare delle difficoltà.

In questa situazione di sfiducia generale, non arrivano belle notizie né per i lavoratori né per i pensionati: a partire dal primo mese del prossimo anno, gennaio 2026, c’è chi rischia di rimanere senza il consueto assegno pensionistico, o senza vedersi accreditato lo stipendio. Una situazione assurda, ma che sembra destinata a travolgere moltissime persone.
Ma chi è che rischia il blocco dello stipendio e della pensione? Da cosa dipende e per quale motivo viene effettuato? Tutti i dettagli su una situazione a cui molti dovranno prepararsi nel prossimo futuro.
Blocco di pensioni e stipendi a gennaio 2026: come funziona
Il 2026 porta novità per chi ha dei debiti col Fisco e queste riguardano anche il blocco di pensioni e stipendi. Come segnalato anche da Money, infatti, la nuova manovra finanziaria 2025 ha introdotto una nuova regola: ai debitori che presentano determinate caratteristiche si vedrà decurtato lo stipendio, col debito trattenuto direttamente in busta paga.

Ovviamente, la nuova procedura di riscossione non riguarda tutti i debitori, ma solamente quelli con determinate caratteristiche; devono esserci infatti cartelle esattoriali non pagate e scadute per un ammontare di almeno 5.000 euro, oltre a una retribuzione mensile netta di almeno 2.500 euro. Gli stessi criteri valgono per i pensionati che si trovano in posizione di debito nei confronti del Fisco.
Mettendo un limite di reddito, il governo ha cercato di tutelare le fasce di lavoratori dipendenti più in difficoltà, evitando di aggredite i redditi più bassi; la novità punta a recuperare somme significative, senza accanirsi troppo con i debitori che hanno in sospeso delle piccole cifre.
Nella misura è comunque presente un limite di pignoramento, garantendo a lavoratori e pensionati il necessario per sostenersi; questa novità verrà introdotta a partire dal 1° gennaio 2026, operativa grazie a un controllo incrociato automatico con l’Agenzia delle entrate al momento dell’accredito di stipendio o pensione. Qualora i dati del Fisco indicassero debiti superiori a 5.000 euro, scatterà la trattenuta senza ulteriori passaggi. Ad esempio, su un trattamento netto di 3.000 euro al mese ne vengono bloccati 500.