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Autenticazione biometrica 3D, in futuro sarà sempre più utilizzata negli smartphone

Published by
Marco Liberati

Autenticazione biometrica 3D, il futuro della sicurezza dei nostri smartphone prenderà direzioni sempre più sofisticate.

Oggi viene sempre più chiesta una maggiore garanzia di protezione per propri dati. Gli smartphone sono oggi un prolungamento neurale del nostro cervello, una sorta di memoria esterna su cui ci poggiamo per aumentare le nostre capacità. Stiamo parlando del concetto di smart e di interconnessione, che sono e saranno sempre maggiori. Come proteggere questo strumento prezioso?

Oggi si sta evolvendo sempre di più il sistema di Autenticazione Biometrica  in ambito commerciale, soprattutto con l’utilizzo delle impronte digitali o con il riconoscimento dei tratti del viso.

La novità riguarda una nuova metodologia, che risulta essere molto più sicura e che prevede la mappatura delle vene delle dita attraverso impulsi luminosi e sonori. La ricerca è stata portata avanti dall’Università di Buffalo, negli Stati Uniti.

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Autenticazione biometrica 3D per gli smartphone

Autenticazione biometrica 3D, garanzia per i nostri dati sensibili

Il ricercatore Jun Xia “Il metodo di autenticazione biometrica della vena del dito 3D che abbiamo sviluppato consente livelli di specificità e anti-spoofing che prima non erano possibili. Dal momento che non esistono due persone che hanno esattamente lo stesso modello venoso 3D, falsificare un’autenticazione biometrica della vena richiederebbe la creazione di una replica esatta 3D delle vene, il che non è possibile”.

Chiaramente le possibili applicazioni sono infinite nel nostro mondo sempre più interconnesso e quindi contemporaneamente affamato di dati e di sicurezza, ma gli smarphone sembrano essere la piattaforma principe di applicazione. il sistema è ancora in fase prototipale e serviranno ancora anni per raggiungere sia la precisione che la miniaturizzazione necessaria per renderlo accessibile e conveniente.

Rispetto al passato lo step di crescita è legato alle immagini 3D, che aumentano la qualità del riconoscimento. Il sistema sfrutta una combinazione di luce e suono: un laser illumina il dito e una volta che colpisce le vene si crea un suono, poi analizzato da un rilevatore di ultrasuoni che ricostruisce una mappa 3D delle vene.

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Marco Liberati

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