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Curiosità

Aumenti Fastweb comunicati tramite call center? Come difendersi dalla nuova truffa

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A. Roberto Finocchiaro

Avete ricevuto una strana chiamata da parte di un presunto addetto al call center in cui si millantano inaspettati e mai comunicati aumenti Fastweb o di altri operatori? Fate attenzione, potrebbe essere una truffa. Vi spieghiamo come difendersi anche alla luce dell’email spedita dal gestore a tinte gialle nelle ultime ore.

I consigli di Fastweb per difendersi dalla nuova truffa agli abbonati di rete fissa e mobile (AdobeStock)

In un momento storico dominato da continui attacchi informatici e bufale condivise presso le app di messaggistica istantanea, anche Fastweb prova a dare utili consigli per smarcarsi da qualsivoglia tentativo di raggiro o sottrazione dei dati personali. In special modo alla luce delle ultime frodi scoperte sul web, che puntano a raggirare i consumatori proponendo loro falsi contratti di abbonamento ai servizi di telefonia fissa e mobile.

Tramite una mail indirizzata a beneficio dei suoi abbonati, l’operatore a tinte gialle ha fatto sapere che sono in essere degli stratagemmi approntati da impostori che, fingendosi veri e propri addetti al call center per conto di una compagnia telefonica, utilizzano le informazioni sensibili condivise dall’utente per carpire dati sensibili e personali. Nella comunicazione scritta spedita via posta elettronica nelle scorse ore, Fastweb spiega insomma come difendersi da questi disdicevoli fenomeni.

Ma in che cosa consiste, più precisamente, la nuova truffa a danno degli utenti di rete fissa e mobile? Come spiegato dallo stesso gestore, si tratta di chiamate effettuate da soggetti che dichiarano di agire per conto di una compagnia telefonica (a titolo soltanto esemplificativo, Fastweb) e che puntano a mettere le mani sui dati personali dei consumatori facendo leva su svariati stratagemmi, nella maggior parte dei casi riconducibili a presunti aumenti della tariffa dell’abbonamento sottoscritto dall’utente. Il tentativo, in buona sostanza, è di convincere l’utente a stipulare un nuovo contratto con un altro operatore. Ma ci sono pure casi di utilizzo improprio dei documenti e dei dati personali chiesti e ottenuti dall’utente, che potrebbero perciò essere sfruttati per squarciare la sua sicurezza.

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I consigli di Fastweb

L’email spedita da Fastweb ai suoi abbonati (Screenshot)

Per dribblare questi raggiri, Fastweb consiglia di accertare la veridicità delle informazioni fornite dal presunto addetto al call center. Ma come? Accedendo all’area clienti My Fastweb e consultando i dati relativi al proprio contratto di abbonamento, oppure verificando eventuali comunicazioni dell’azienda pubblicate all’interno della sezione “Fastweb Informa” nel sito ufficiale, oppure ancora contattando il servizio clienti al numero dedicato ai clienti Fastweb. Peraltro, lo stesso gestore invita i propri abbonati a “segnalare eventuali situazioni scorrette nell’apposita sezione dell’area clienti“.

A tali consigli ne aggiungiamo qualcuno a beneficio di una maggiore completezza del discorso. Avete ricevuto una chiamata in cui si millantano aumenti del proprio piano tariffario di rete fissa? Per verificare la veridicità delle informazioni, sarà sufficiente accedere all’area clienti e scaricare l’ultima fattura disponibile; l’ultima pagina è di solito riservata alle comunicazioni importanti (come per l’appunto l’eventuale rimodulazione unilaterale del contratto). Se non v’è traccia di informazioni per così dire ufficiali, allora la chiamata ricevuta potrà essere bollata come truffa. Discorso simile anche per il mobile, dove invece assume preponderanza il classico SMS informativo spedito dal gestore nel rispetto dei termini di legge.

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Prassi impone, infatti, che le modifiche unilaterali devono essere portate a conoscenza dei consumatori con congruo anticipo, quantificato dalla legge entro i 30 giorni. Aumenti di prezzo applicati a stretto giro o nell’immediatezza sono pertanto da considerarsi come assolutamente falsi laddove non comunicati all’abbonato nei termini normativi di cui sopra.

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A. Roberto Finocchiaro

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