E se ChatGPT da semplice applicazione di AI diventasse un vero e proprio motore di ricerca con il quale direzionare le nostre ricerche web? Non è semplice fantasia, è già realtà: come funziona ChatGPT Atlas.
L’arrivo sul web di ChatGPT è stato l’inizio dell’epoca delle Intelligenze Artificiali applicate alla ricerca contenutistica. L’AI sviluppata da Open AI ha conquistato immediatamente il pubblico di tutto il mondo, soprattutto grazie a funzioni divertenti e utili da utilizzare riguardanti la creazione d’immagini, quella di video e ovviamente quella di testi.
L’accoglienza riservata dal pubblico del web a questa applicazione – tutti almeno una volta abbiamo provato come funziona questa AI – ha spinto il mercato nella direzione dell’implementazione di modelli AI praticamente per ogni aspetto del mercato tecnologico. Gli smartphone di quest’anno escono tutti con il supporto di Intelligenze Artificiale e anche i nuovi PC sono strutturati in modo da accogliere le nuove funzionalità garantite da questa tecnologia.
Anche le applicazioni e i programmi professionali sono ormai migliorati dalla presenza di assistenti artificiali, Microsoft ha anticipato la concorrenza dotando tutti i propri sistemi di Copilot, Meta ha implementato l’AI proprietaria nelle proprie applicazioni e anche Apple a settembre ha lanciato i propri dispositivi dotati di AI.
Ovviamente un passo avanti a tutti c’è nuovamente Google, l’azienda di Mountain View ha aggiornato tutti i sistemi Android integrando Gemini sia per le ricerche web che per l’ausilio nell’utilizzo delle applicazioni. Chrome stesso è stato modificato, dapprima con l’aggiunta dell’AI Overview e adesso con l’introduzione dell’AI Mode.
Chrome dunque è il primo browser ad abbandonare la classica struttura basata su motori di ricerca che sfruttano algoritmi per lasciare il posto ad un modello di ricerca basato sulla conversazione e la conoscenza delle nostre abitudini, un modello più familiare ed intuitivo che potrebbe consentire di avere un’esperienza di ricerca più soddisfacente.
La mossa di Google è stata indubbiamente smart, poiché sfruttando la base installata – i milioni di Android nel mondo più tutti i PC fissi che sfruttano oggi Chrome – può imporre la sua AI sulla concorrenza in maniera rapida e semplice. L’integrazione totale di Gemini con Chrome è un rischio persino per Open AI, società che fino ad ora ha rappresentato il punto di riferimento per questa nuova tecnologia con ChatGPT.
In tal senso la decisione di lanciare Atlas, il browser proprietario che ha come strumento di ricerca ChatGPT, è una mossa quasi obbligata. L’intelligenza Artificiale di Open AI in questi ultimi anni si è mostrata la più evoluta e soddisfacente, ma la comodità di avere Gemini integrato potrebbe spingere l’utenza a preferire questo.
Atlas arriva proprio per scongiurare una simile eventualità e far sì che il pubblico possa avere una scelta egualitaria. Se il browser di Open AI dovesse riuscire a soppiantare quello di Google ci troveremmo di fronte ad una vera e propria rivoluzione del mondo di internet che oggi basa la sua visibilità ed economia sulla presenza su Chrome.
Su Atlas la ricerca web sarà mediata semplicemente dalle richieste che l’utente farà all’Agente AI, dunque addio agli indirizzi web come spiega l’esperto di tecnologia Antonino Caffo a Rainews: “La rimozione simbolica della “bussola” del web (la barra degli indirizzi come punto di riferimento assoluto) e la navigazione “guidata” dall’IA riducono indubbiamente lo spazio per la serendipità e la scoperta casuale”.
L’esperto continua spiegando dove sarà adesso il focus: “Lo spazio per la curiosità umana si sposta: non è più nell’esplorazione del percorso, ma nella capacità di formulare domande più creative e aperte all’IA stessa. La sfida per il design di Atlas sarà integrare meccanismi che, pur mantenendo l’efficienza, permettano all’utente di “rompere” il flusso guidato e chiedere all’agente di deviare, esplorare o introdurre elementi non richiesti, ripristinando una forma di serendipità algoritmica”.
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