Aranzulla rompe il silenzio e lancia un'”accusa” a Google: cosa è successo davvero

Salvatore Aranzulla ha lanciato un allarme, spiegando in che modo l’implementazione dell’Intelligenza Artificiale in Chrome abbia abbattuto le visualizzazioni ed i ricavi dei siti mettendo a rischio il lavoro di migliaia di persone solo in Italia.

Si è parlato più volte dell’impatto dell’AI sul mondo del lavoro, di come questo strumento potesse segnare la fine di tantissime professioni e modificarne altre al punto da lasciare poco spazio alla mano umana. In questa paura c’è più di un fondamento di verità, ed anzi per quanto riguarda il mondo dell’editoria e del giornalismo online la situazione è addirittura più grave di quanto si potesse pensare in origine.

Salvatore Aranzulla
Aranzulla rompe il silenzio e lancia un'”accusa” a Google: cosa è successo davvero – Instagram @salvatorearanzulla – cellulari.it

Il problema infatti non è solo che l’editore X possa decidere di affidare la gran parte della produzione all’intelligenza artificiale, limitando quindi il numero di collaboratori ad una manciata di persone fidate e proponendo condizioni contrattuali più svantaggiose per via del minor lavoro che devono portare a termine, ma anche che il lettore medio – già impigrito da anni – si soffermi a leggere esclusivamente ciò che offre il riassunto dell’AI Overview.

Badate bene che quest’ultimo non è solo un timore, ma un dato di fatto che viene confermato già oggi dai dati statistici. L’inserimento di AI Overview in pochi mesi ha tagliato di netto le visite ai siti web, di conseguenza ha anche abbattuto i ricavi che da quelle visite i siti potevano ottenere.

Un’indagine recente di Pew Research ha evidenziato come il 26% degli utenti web si soffermi a leggere solo i riassunti forniti da Gemini e non sia interessato nemmeno lontanamente ad approfondire l’argomento cliccando su un sito. Una tendenza che non sorprende – l’abbiamo visto in passato con utenti che si soffermavano a titoli e descrizioni dei post sui social – e che con il miglioramento delle AI non può che peggiorare.

Salvatore Aranzulla attacca Google: “Ha tradito il patto implicito con gli editori”

Della problematica ha parlato in un’intervista concessa a Fanpage anche Salvatore Aranzulla, proprietario di uno dei siti di maggior rilievo in Italia e fino all’ingresso dell’AI Overview un esempio  da seguire per chiunque volesse comprendere il linguaggio dell’algoritmo Google per farsi posizionare in alto nel motore di ricerca.

Smartphone con logo e scritta Gemini
Salvatore Aranzulla attacca Google: “Ha tradito il patto implicito con gli editori” – Ansa Foto – cellulari.it

La modifica dei criteri di ricerca e dell’indicizzazione di Chrome è stata talmente profonda da aver rovinato il lavoro fatto in anni, oggi il suo sito registra un calo di visite del 25% ed in futuro questo calo potrebbe essere ancora più importante: “C’è un patto implicito tra Google e chi pubblica testi su internet. Gli editori, diciamo. Tu fornisci un contenuto gratuito e Google porta traffico verso il tuo sito. Il guadagno? Puoi monetizzare dalle inserzioni pubblicitarie. Ora sta cambiando. Chiedi qual è lo smartphone migliore a Google, magari scrivendo nelle parole chiave anche Aranzulla, e invece di farti andare sul mio sito trovi un testo fatto rielaborando le mie valutazioni o quelle dei miei collaboratori. E questo è un danno per noi”.

Una volta che i contenuti chiave degli articoli viene riassunto in un riquadro in alto, non c’è più bisogno di andare a leggere la versione approfondita, lo fa solo chi è realmente appassionato dell’argomento e vuole maggiori dettagli. Dunque Google sfrutta il lavoro fatto dai giornalisti e dagli editori per permettere a Gemini di effettuare i riassunti, ma al contempo ne taglia i profitti (anche se non volontariamente).

Secondo Aranzulla potrebbe essere ormai troppo tardi per proteggersi da questo cambiamento, ma Google potrebbe in qualche modo rimediare permettendo ai siti di guadagnare ogni volta che un loro contenuto viene utilizzato come fonte per generare i riassunti. In caso contrario l’editoria potrebbe perdere interesse nel produrre contenuti e ciò si tradurrebbe in un doppio danno: migliaia di lavoratori a casa senza lavoro e conseguente assenza di contenuti da cui attingere per i riassunti.

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