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Apple, risarcimenti a causa di iPhone rallentati

Published by
Nicolò Magara

A causa di un rallentamento per determinati iPhone, arrivano risarcimenti salati per Apple. Il colosso di Cupertino è costretto a pagare 113 milioni di dollari 

Un risarcimento di circa 100 milioni di euro (113 milioni di dollari) viene corrisposto da Apple per mettere fine ad un causa. Le indagini condotte sul caso, in ben 34 stati americani, hanno come oggetto il rallentamento di iPhone. Non tutti ovviamente ma solo di alcuni modelli specifici, nei quali la batteria non riesce più a supportare le applicazioni e le loro prestazioni.

Attorno al 2017 il colosso di Cupertino ha rallentato alcuni iPhone, affermando di averlo fatto esclusivamente per evitare che si logorassero oltremodo. Nonostante le scuse porte a tutti i suoi utenti, ha voluto specificare che la particolare manovra non ha mai avuto come scopo nessuna mossa commerciale. Difatti l’obiettivo è quello di preservare la salubrità e longevità dei suoi device, non per incentivare l’acquisto dei modelli più recenti.

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Apple, le motivazioni degli iPhone rallentati

Apple risarcimenti accuse iPhone rallentati (screenshot YouTube)

Ecco quindi che l’unica motivazione della casa della Mela morsicata, è quella di mantenere attivi gli iPhone quando il livello della batteria è prossimo allo zero o molto logora. Pertanto rifugge anche questo anno motivi legati all’“obsolescenza programmata”, affermando che mai una cosa del genere possa far parte delle sue politiche aziendali.

Analizzando le accuse, nello specifico in Arizona, il procuratore generale Mark Brnovich ha affermato che l’azienda deve essere onesta con i propri consumatori. Pertanto deve confessare la natura delle proprie azioni e dei dispositivi. In definitiva deve corrispondere un risarcimento di ben 5 milioni di dollari, solamente in Arizona.

Tuttavia, nonostante il pagamento delle accuse fattele, ha tenuto a precisare in tribunale che l’azienda nega ogni tipo di accettazione di quanto le viene denunciato. Nella fattispecie smentisce ufficialmente che le sue pratiche siano atte ad andare contro i suoi consumatori. In definitiva, il pagamento, non rappresenta una conferma di quanto le viene attribuito ed accusato.

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Nicolò Magara

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