Bufera in casa Apple. A pochi giorni dal lancio dei nuovi iPhone 5S e 5C, il colosso di Cupertino è stato ancora una volta accusato di sfruttare i lavoratori in Cina.
Secondo il China Labor Watch, sarebbero davvero numerose le violazioni etiche e legali nei confronti degli operai della fabbrica cinese Jabil Circuit, una delle tante strutture nel Paese dedite alla produzione dei melafonini.
Il rapporto descrive turni estenuanti – di oltre 11 ore in piedi – con un’unica pausa di appena 30 minuti, aree sovraffollate, nessuna formazione e straordinari non retribuiti. L’Istituto avrebbe anche segnalato pratiche di assunzione discriminatorie: il lavoro verrebbe assegnato solo a uomini tra i 18 e i 35 anni e a donne che accettano di sottoporsi al test di gravidanza.
Apple, da parte sua, sembra sia già corsa ai ripari inviando sul posto una “squadra di esperti” per verificare gli abusi denunciati.
“Prendiamo sul serio la questione – ha dichiarato Kirstin Huguet, portavoce della Mela -. La società ha condotto 14 verifiche complete presso le strutture di Jabil dal 2008, tra cui tre audit a Wuxi negli ultimi 36 mesi. La fabbrica ha inoltre attivo un proprio programma di controllo e ha sempre storicamente soddisfatto in maniera eccellente gli standard di Apple in merito”.
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