Apple, Meta, Google e Amazon potrebbero essere presto escluse dal nuovo sistema di condivisione dei dati finanziari dell’Unione Europea per tutelare la cosiddetta “sovranità digitale” dei consumatori.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha parlato di tariffe “punitive” per chi esclude le aziende americane. Nonostante ciò l’Unione Europea sta preparandosi proprio per mettere da parte Apple, Meta, Google e Amazon dal nuovo sistema di condivisione dei dati finanziari. Questa azione è stata proposta dalla Germania e mira a tutelare la “sovranità digitale” dei consumatori.
Al centro dei negoziati di Bruxelles c’è il nuovo quadro di riferimento normativo, il cosiddetto FiDA ovvero il Financial Data Access. L’obiettivo è lasciare libero accesso ai fornitori di servizi terzi per accedere ai dati detenuti da banche e assicurazioni. Il motivo è quello di fornire poi delle consulenze finanziarie e soluzioni di risparmio personalizzate.
Tuttavia a questa novità si è opposta l’industria bancaria europea perché teme che i grandi gruppi tecnologici arrivino a usare informazioni sensibili al fine di ridurre la predominanza degli istituti bancari per rafforzare invece le proprie posizioni di mercato. Soprattutto il governo di Berlino ha proposto, come si legge sul Financial Times, di escludere i colossi tecnologici “per promuovere lo sviluppo di un ecosistema digitale finanziario europeo, garantire condizioni di parità e proteggere la sovranità digitale dei consumatori”. Inoltre un diplomatico dell’Unione Europea ha fatto presente che “questo è un dossier in cui i grandi gruppi tecnologici stanno effettivamente perdendo la battaglia di lobbying”.
Nonostante quindi l’accordo commerciale raggiunto tra Europa e Stati Uniti a fine luglio si rischiano nuove tensioni con il presidente a stelle e strisce Trump che vuole mettere nuovi dazi per chi introduce tasse o leggi contro il suo Paese. Le Big Tech attraverso la voce di Daniel Friedlaender, responsabile europeo della Computer & Communications Industry Association che ha sotto di se i più grandi gruppi tecnologici, ha dichiarato: “La visione originaria di FiDA era di dare alle persone il controllo sui propri dati e l’accesso a servizi finanziari più innovativi. Cedendo alle pressioni delle banche, l’UE limiterà la scelta dei consumatori e rafforzerà gli operatori storici che già detengono potere di ‘gatekeeper’ sui dati dei clienti”.
Kay Jebelli, un portavoce di un altro gruppo di colossi della tecnologia ovvero il Chamber of Progress, ha aggiunto: “I veri gatekeeper qui sono le grandi banche, non le piattaforme digitali. Discriminare le aziende tecnologiche americane non solo priverà gli europei di nuovi servizi digitali, ma alimenterà anche le tensioni transatlantiche”.
Le fonti diplomatiche però affermano che ormai si punta già durante il prossimo autunno a raggiungere un accordo sul testo definitivo del regolamento FiDA con la chiusura di ogni possibile negoziato.
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