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Apple e non solo, il tempo stringe: la porta USB-C sarà un obbligo. All’orizzonte la data

Published by
Antonino Gallo

Da tempo l’Unione Europea sta lanciando messaggi chiari e forti a tutto il mondo della telefonia: la porta USB-C, quello standard di connettori e cavi USB (versione 3.1, 3.0 ma anche 2.0) per la trasmissione di dati e alimentazione, l’erede del Tipo-A e Tipo-B, sarà un obbligo per Apple. E tutte quelle azienda che dovranno gioco forza adeguarsi, per continuare a operare nel Vecchio Continente.

Apple – Adobe Stock

Paesi e legislatori dell’UE sono pronti a concordare una porta di ricarica comune per cellulari, tablet e cuffie. Una trattativa talmente in stato avanzato, che potrebbe avere la tanto attesa svolta il prossimo 7 giugno, quando le parti si incontreranno per discutere una proposta che è stata ferocemente criticata da Apple, come rivela un’esclusiva di Reuters.

Il colosso di Cupertino sta per cedere dopo una resistenza a oltranza. La proposta di un’unica porta di ricarica mobile valida per tutti è stata presentata per la prima volta dalla Commissione Europea orami più di un decennio fa, a causa di un’eco trasversale, sia degli utenti di iPhone sia di Android, stanchi e stufi di dover continuamente spendere soldi per utilizzare carica-batterie diversi per i loro smartphone.

La strenua resistenza di Apple sta per cedere: dovrà adeguarsi

USB C, anche Apple sta per piegarsi – Adobe Stock

Apple, infatti, anche con il suo ultimo Melafonino, la riuscitissima gamma degli iPhone 13 continua a utilizzare un cavo Lightning mentre i dispositivi basati su Android sono alimentati tramite connettori USB-C. Non sarà più possibile questo trend. E’ arrivato il momento di dire: stop.

Martedì è attesa la svolta per il secondo e probabilmente l’ultimo tra i paesi dell’UE e i legislatori del Vecchio Continente su un argomento che ormai si trascina da tanto, troppo tempo: trapela più di una indicazione che vi sia una doppia spinta (da entrambe le parti) per trovare una soluzione comune che possa chiudere l’accordo.

Poche, d’altronde, le questioni in sospeso: c’è l’ampliamento dell’ambito della proposta ai laptop, una richiesta chiave dei legislatori dell’UE che potrebbe avere un impatto su Samsung, Huawei e altri produttori di dispositivi. I legislatori dell’UE vogliono anche includere i sistemi di ricarica wireless da armonizzare entro il 2025, mentre i paesi dell’UE e la Commissione preferiscono un periodo di attesa più lungo per motivi tecnici.

Apple non ha risposto ancora a questa indiscrezione della Reuters, chissà se aspetterà il 7 giugno, anche se il pensiero dell’azienda il cui CEO è Tim Cook, è arcinoto. Il gigante di Cupertino è sempre stato dell’avviso che l’uso inappropriato di standard internazionali datati soffoca l’innovazione: costringere gli utenti a passare a nuovi carica-batterie potrebbe creare una montagna di rifiuti elettronici. Ma l’Unione Europea ha già deciso, così la strenua resistenza di Apple sta per cedere: dovrà adeguarsi.

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Antonino Gallo

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