Come annunciato dal CEO Tim Cook, i futuri Mac Made in Usa saranno assemblati in Texas, con componenti prodotti in diversi altri impianti sparsi tra Florida, Illinois, Kentucky e Michigan
Da circa 2 anni, Apple ha avviato un programma per il ritorno alla produzione nel suolo americano, con diversi progetti e iniziative, per rilanciare la produzione americana, ormai largamente soppiantata da quella orientale e soprattutto cinese.
Un problema molto evidente oggi, dove troviamo grossi centri produttivi che lavorano spesso per diversi produttori, con il problema di fornire le identiche tecnologie a tanti produttori. Questo fa si che un Samsung top di gamma, sia di fatto replicabile da altri brand low cost, in grado di replicarne le specifiche e piazzarlo sul mercato a metà prezzo, come già visto in tante occasioni.
La produzione in proprio, consentirebbe anche di investire su progetti proprietari, potendo cosi valorizzare al meglio i propri smartphone.
In questa ottica, Apple ha investito 100 milioni di dollari per avviare, sempre a Mesa in Arizona, un impianto per la produzione di Mac.
Apple ha annunciato un nuovo step di investimenti in infrastrutture.
Dopo i grandi investimenti nel nuovo Apple Campus e in diverse centrali eoliche negli Stati Uniti, ecco l’annuncio che riguarda un nuovo datacenter da realizzare in Arizona.
L’area, 120 mila metri quadri, ospiterà un nuovo datacenter, monderno e tecnologico ma al tempo stesso rispettoso dell’ambiente.
Sarà infatti supportato da un nuovo campo eolico dalla potenza di 70 Mw e darà lavoro a 150 tecnici specializzati oltre a 500 operai impegnati fino al 2016 nella realizzazione.
Diversamente da altri casi, questa volta si tratta di riconversione industriale vera e propria, in quanto Apple acquisirà l’area occupata dagli impianti industriali della GT Advanced Technologies, società specializzata nella realizzazione di display e che avrebbe dovuto realizzare quelli per i nuovi iPhone 6.
L’impianto era stato realizzato nel 2013 con un investimento, sempre da parte di Apple, di quasi 1 miliardi di dollari, nel vano tentativo di poter produrre in proprio una delle componenti più preziose utilizzate negli iPhone, ovvero il rivestimento del display; tentativo però fallito tanto che la produzione di fatto è tornata in oriente.
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