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App e Videogiochi

L’app Rita aiuta gli utenti per migliorare la privacy sul web

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A. Roberto Finocchiaro

L’app Rita come strumento per dare concretezza al diritto protetto dalla GDPR, ossia l’accesso ai propri dati. 

L’app Rita è disponibile da fine marzo su Android e iOS (Screenshot Google Play Store)

Un prezioso alleato nella guerra dei dati personali, tema su cui si è fatto poco malgrado i continui dibattiti e le argomentazioni che infiammano soprattutto il web. Dopo le modifiche disposte da Apple con l’obiettivo di potenziare la privacy e la trasparenza degli utenti, arriva adesso un’app che promette di tener d’occhio le informazioni raccolte da Google e Facebook. Il nome femminile scelto dagli ideatori – gli studenti Guglielmo Schenardi e Joh Arts – condensa in realtà efficacemente il progetto: Rita, ossia l’acronimo di “RIght To Access“, il diritto d’accesso ai dati personali garantito dalla GDPR.

L’intento è senz’altro nobile: evitare che i nostri dati personali possano essere utilizzati impropriamente dai giganti del settore tecnologico. Per accondiscendere al risultato, l’app Rita offre ai suoi utenti un ventaglio di soluzioni di taglio pratico: interagendo con il programma, i consumatori potranno infatti comprendere quali e quante informazioni hanno raccolto nel tempo Google e Facebook, ma anche inoltrare richieste specifiche alle due aziende finalizzate all’eliminazione dei dati personali, diritto per l’appunto protetto e garantito dalla GDPR. E su questo punto sembrano in arrivo novità importanti, nell’ottica di una maggiore speditezza nella gestione delle tempistiche, inserendo eventualmente un abbonamento mensile dove però “sarà lo stesso utente a stabilire quanto pagare, in base a quanto ritiene utile il servizio“, come spiegato da Schenardi.

Gli ideatori hanno altresì messo a punto alcuni accorgimenti atti a stimolare la curiosità degli utilizzatori: per ciascun utente sarà infatti attribuito un punteggio (il c.d. “Privacy Score“) che tiene conto di alcuni aspetti, tra cui ad esempio la quantità di informazioni raccolte da una azienda e le contromisure adottate per preservare i propri dati. L’obiettivo è quello di invitare il consumatore all’azione: il punteggio attribuito cresce per ogni azione a difesa della privacy, come la rimozione da una mailing list.

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Instagram e Spotify nel mirino

Tramite l’app Rita si potranno monitorare in futuro la quantità di dati raccolti da Instagram e Spotify (PixaBay)

Il progetto è destinato a migliorare già nell’immediato prosieguo. L’app Rita, già disponibile al download sul Google Play Store e sull’App Store di Apple, permetterà infatti di tener d’occhio la quantità di informazioni prelevate da Instagram e Spotify, altri due servizi molto gettonati tra gli utenti.

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A. Roberto Finocchiaro

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