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App e Videogiochi

App di incontri, è allarme privacy: il 70% mette a rischio gli utenti

Published by
Pasquale Conte

Secondo quanto riportato dalla società di cybersicurezza Avast, il 70% delle app di incontri presenta alcuni problemi di privacy

App di incontri, milioni di utenti a rischio (Adobe Stock)

Con lo scoppio dell’emergenza Covid, sviluppare rapporti sociali è diventato sempre più difficile. Stop agli spostamenti, luoghi di incontro chiusi la sera e coprifuoco dalle ore 22: tutti elementi che stanno costringendo le persone a passare molto tempo in casa, lontani da possibili nuove conoscenze. In questo senso, un grande aiuto lo sta dando la tecnologia con i vari social network, vero motore per continuare a rimanere in contatto con i propri amici e familiari.

Un grande impatto in questo senso lo stanno avendo le varie app di incontri, tra le quali spiccano Tinder e Grindr. Il dating online è stato ormai sdoganato, e sono milioni le persone che ogni giorno si incontrano dopo un match andato bene. Non è tutto rose e fiori, però. Secondo un’analisi della società di cybersicurezza Avast, infatti, ci sono alcune criticità nella gestione della privacy per il 70% delle applicazioni di questo tipo.

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App di incontri, problemi alla privacy: l’allarme di Avast

L’allarme della società di cybersicurezza Avast (Adobe Stock)

Dopo aver analizzato la guida per gli acquisti “Privacy Not Included” di Mozilla Foundation, la società di cybersicurezza Avast ha denunciato alcune falle a livello di privacy per uno dei fenomeni del momento: le app di dating. Nello specifico, si parla di criticità che colpiscono ben il 70% dei software presenti su App Store e Play Store, con milioni di utenti vulnerabili. Il problema principale è il seguente: quando due persone ‘matchano’, ossia si mettono like a vicenda, si scambiano molte informazioni private. Si può parlare anche di foto e video intimi, che non sono per nulla tutelati al 100%.

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Basti pensare a Grindr, app dedicata alla comunità LGBT+ che è stata recentemente multata dal Garante per la Privacy norvegese per 10 milioni di euro. Questo a causa di una gestione non corretta dei dati personali degli utenti.

I problemi non sono però finiti qui. Oltre alla privacy, infatti, si parla anche di data breach, ossia furi dati da parte degli hacker. A gennaio dell’anno scorso, ci fu il caso di 70mila foto di donne iscritte a Tinder rubate da cybercriminali.

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Pasquale Conte

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