Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Credibilità e privacy a forte rischio per le app fertilità.
L’allarme viene lanciata da uno studio della Newcastle University e della Umea University presentato alla Conference on Human Factors in Computing Systems di Yokohama, che richiedono a gran voce un giro di vite sulla loro regolamentazione.
“La maggior parte di chi utilizza queste applicazioni sono donne”. Il monito della Newcastle University e della Umea University. “Donne considerate gruppo sensibile e identificato dal Gdpr come una categoria speciale, che richiede una protezione extra”.
LEGGI ANCHE >>> Apple e privacy: ecco chi autorizza il tracciamento della navigazione
Lo studio comprende trenta applicazione gratuite dedicate alla fertilità, scelte tra le più popolari in Google Play Store, che richiedono alle utenti dati sensibili: dalla temperatura corporea all’attività sessuale, passando per le eventuali condizioni mediche.
LEGGI ANCHE >>> Memoria ultrahigh-speed, la svolta: il meccanismo cinese per le memorie ultra-veloci
“I dati – continuano gli studiosi della Newcastle University e della Umea University – sono conservati in condizioni vulnerabili, in cui le impostazioni di default permettono non solo di guadagnare sulle informazioni, ma persino di mettere in piedi un sistema che minaccia le utenti, ad esempio in caso di aborto“.
La quasi totalità di queste applicazioni è schedata come app di “health and fitness” (salute e fitness), una rarità quelle identificate come applicazioni prettamente mediche.
Life (una delle app per la fertilità più semplici ed efficaci disponibili sul mercato), Flo (per chi ha Android), Clue (disponibile anche per iOS), iGyno (un’applicazione a pagamento) MyFertility (in collaborazione con Giovanni Alaimo, ostetrico ginecologo esperto di infertilit), Il mio calendario mestruale (una sorta di diario) sono le sei app fertilità che sembrano andare per la maggiore.
Newcastle e Umea University non fanno nomi, antepongono il generale al particolare, lamentando che la maggior parte di queste app fertilità (in senso generico) non è aderente ai requisiti Gdpr sulla privacy. E condividono dati sensibili delle utenti senza il loro consenso.
Sul report, oltre tutto, è emerso che ognuna delle app fertilità attiva in media 3,8 trackers, programmi nascosti che tracciano, subito dopo l’installazione, l’attività dell’utente. Proprio per questo fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.
Nei giorni scorsi diversi utenti hanno segnalato l'esistenza di una nuova e pericolosa truffa rivolta…
WhatsApp, arrivano tanti super aggiornamenti per la nota applicazione: vediamo subito cosa cambia per i…
I richiami alimentari sono qualcosa che va tenuta d'occhio: prodotti non conformi alle etichette, errori…
A volte capita di fare sempre gli stessi sogni, magari quelli che sono anche i…
Se le onde assumono una forma “quadrata” è meglio se esci dall’acqua: stai rischiando grosso,…
Per tutti quelli che apprezzano l'abbonamento al Game Pass di Xbox ci sono probabilmente brutte…