E’ stato annunciato il 25 giugno 2014, al Google I/O 2014, pubblicato un anno dopo. Un app basata su smartphone per consentire ai dispositivi mobili Android (dalla 5.0 Lollipop a seguire) di essere utilizzati in auto, mediante la head unit del cruscotto. Dalla versione 10, Android Auto non è più una app autonoma.
Le sue funzioni sono svolte come tecnologia integrata nel telefono, periodicamente aggiornata tramite Google Store ma non più disinstallabile e visualizzabile sullo smartphone.
Android Auto offre agli automobilisti il controllo sulla mappatura GPS/navigazione, la riproduzione di musica, SMS, telefonia e ricerca sul web. Sia Touch Screen sia in vivavoce attraverso i comandi vocali al fine di garantire una guida sicura.
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E’ un app compatibile sono Google Maps, Google Play Music, Spotify, Songza, Stitcher, iHeart Radio e TuneIn. Insomma, qualcosa di bello e di utile. Se non fosse che c’è un bug che per ora Google non ha ancora risolto.
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Troppe volte sta accadendo: dopo la qualche minuto dalla disconnessione sull’auto, lo smartphone riparte con la riproduzione dell’ultimo contenuto avvenuto in auto, senza che nessuno glielo abbiamo comandato.
Google, già messo al corrente del bug, ci sta lavorando da un po’, ma è ancora nella fase dell’investigazione, visto che il problema persiste nonostante i vari aggiornamenti.
Un problema, per ora, risolvibile con un palliativo: bisogna mettere in pausa la riproduzione prima di scollegare il telefono, dall’auto o autoradio. Un espediente che troppo spesso finisce nel dimenticatoio, è normale d’altronde non ricordarselo. Un vero peccato, però, perché è davvero utile.
Per poterlo utilizzare, gli utenti devono Android sul proprio proprio smartphone e possedere anche un veicolo con Android Auto.
Il dispositivo Android del conducente si collega al veicolo attraverso il classico cavetto USB. Più che con il proprio sistema operativo, l’unità principale serve come monitor esterno, con il dispositivo che gestisce tutto il software, presentando una specifica interfaccia auto.
Il SDK permette a terze parti di produrre app funzionanti in Android Auto. L’API è stata disponibile inizialmente solo per musica e messaggeria. Tutto molto bello, se non fosse per quel bug fastidioso, sia per gli utenti, sia per Google che non ha ancora trovato una situazione adeguata.
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